L’accusa: “Eurospin acquista passata a prezzi ridicoli e spinge i produttori alla fame”

“Non si fermano le pratiche sleali con cui alcuni gruppi della Grande distribuzione organizzata schiacciano il prezzo dei prodotti alimentari, impoverendo tutta la filiera e danneggiando il settore agricolo”. A denunciarlo è l’associazione ambientalista Terra!, che all’argomento dedica un attento lavoro d’inchiesta da anni.

Il sottocosto che rovina il settore

Secondo quanto denunciato dall’associazione Terra!, Eurospin avrebbe acquisito 20 milioni di bottiglie di passata di pomodoro a 31,5 centesimi l’una tramite un’asta on line al doppio ribasso. Un prezzo considerato insostenibile da molti produttori e trasformatori. Il meccanismo delle aste, lanciate dal discount, consiste nell’assegnare il contratto di fornitura all’azienda che offre il prezzo inferiore dopo due gare, in cui la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Terra! lo definisce “Un meccanismo che costringe le industrie di trasformazione del pomodoro ad una forte competizione, al punto da spingerli a vendere sottocosto un prodotto che sovente non è ancora stato acquistato dalla parte agricola. In questo modo, prima della stagione di raccolta, i supermercati decidono il prezzo del pomodoro e di altri prodotti alimentari: tutta la contrattazione che segue tra industriali e agricoltori è destinata a muoversi entro questi parametri, spesso con possibilità di margine estremamente ridotte”. “Le aste al doppio ribasso della Grande distribuzione costringono i fornitori ad un gioco d’azzardo senza vincitori – dichiarano Fabio Ciconte, direttore di Terra! e Ivana Galli, Segretaria Generale della Flai CGIL – Una pratica sleale che deve essere vietata per legge, perché impoverisce tutta la filiera agroalimentare”.

Un protocollo contro le aste a doppio ribasso

Secondo l’Autorità garante della concorrenza, in Italia la GDO catalizza il 72% degli acquisti alimentari. La pressione sui fornitori si esercita tramite l’imposizione di sconti fuori contratto, promozioni decise unilateralmente, contributi per il posizionamento sugli scaffali o per l’apertura di nuovi punti vendita. Ma la più preoccupante fra le pratiche di compressione del prezzo è l’asta on line al doppio ribasso. Lo scorso anno, con la campagna #ASTEnetevi, Terra!, Flai CGIL e l’associazione daSud avevano ottenuto un Protocollo contro le aste al doppio ribasso e la trasparenza di filiera, sottoscritto da Ministero delle Politiche agricole e forestali, Federdistribuzione e Conad, che impegnava la GDO a bandire tale modalità di acquisto. Tuttavia alcuni gruppi – tra cui Eurospin – non hanno voluto abbandonare una pratica sleale e dal forte impatto economico sull’intera catena produttiva.

La risposta di Eurospin

 

Eurospin ha risposto: “Certamente le aste online rappresentano uno strumento moderno, molto efficace per dare al consumatore quei prezzi competitivi che chiede, insieme alla qualità: e il nostro mestiere di distributori, da sempre, è quello di soddisfare queste richieste, avendo chiari in mente e nelle pratica i livelli qualitativi da rispettare per tutti i nostri prodotti, che non superiamo”. La compagnia ha aggiunto: “In un mercato veloce, competitivo e fluido, che pianifica poco (al massimo a tre-cinque anni, e noi lo facciamo), le aste online possono anche mettere in difficoltà alcuni operatori, produttori o agricoltori, ma noi dobbiamo fare l’interesse del consumatore”, spiegando che “Le aste insomma funzionano per i prodotti base, non certo per articoli semilavorati con un loro valore aggiunto intrinseco e una qualità che i nostri clienti vogliono ritrovare sempre nei nostri punti di vendita. E questo ci porta a instaurare rapporti continuativi e duraturi con molti produttori partner. Sempre nel nome del consumatore”.

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“Il Mipaaf si attivi”

Risposta ritenuta insoddisfacente dai promotori della campagna che ribattono: “È venuto il momento che il Mipaaf si attivi per chiedere il rispetto del Protocollo firmato l’anno scorso e mettere definitivamente fuori legge questo metodo di acquisto dei prodotti alimentari – concludono Galli e Ciconte – Ne va della sostenibilità economica e sociale dell’agricoltura. Contrastare lo strapotere della GDO è un passo molto importante per garantire condizioni più eque a chi produce e raccoglie il nostro cibo”.