Si chiude il processo sui pesticidi nei meleti in Alto Adige: vittoria per la libertà d’espressione

MELE LAVORO NERO meleti

Il tribunale di Bolzano ha assolto Karl Bär che aveva lanciato una campagna contro i pesticidi nei meleti in Alto Adige, ed era stato querelato da Provincia e produttori per aver detto che sono connessi a rischi alla salute

“Sui pesticidi l’Alto Adige ha un problema: l’elevato impiego di sostanze chimiche in melicoltura danneggia l’ambiente e le persone che vivono nelle aree circostanti. Il tentativo della Giunta provinciale di silenziare tramite vie legali le critiche all’uso dei pesticidi è fallito. La sentenza di oggi è un atto rivoluzionario per tutte le persone che, in Europa, sono in prima linea nella difesa della natura e della salute dell’ambiente” – commenta così il suo proscioglimento presso il tribunale di Bolzano Karl Bär, attualmente in congedo dal suo ruolo di referente dell’Umweltinstitut München in quanto membro del Bundestag tedesco.

Le denunce ritirate

La corte ha prosciolto Bär dopo che, a seguito della forte pressione pubblica internazionale, tutti i 1376 querelanti coinvolti hanno ritirato le proprie accuse. L’accusa di contraffazione del marchio, in quanto reato perseguibile d’ufficio, sarebbe rimasta in piedi ugualmente, anche dopo il ritiro di tutte le querele in essere. Nonostante ciò, il pubblico ministero ha richiesto la modifica dell’imputazione, che da contraffazione del marchio è stata convertita in diffamazione, portando così all’immediato proscioglimento di Bär. Motivazione per il proscioglimento: improcedibilità dell‘azione penale. Dopo oltre due anni di indagini e 20 mesi di processo si conclude una delle cause intimidatorie, contro un’organizzazione ambientalista, più clamorose in Europa.

Per il Consiglio d’Europa era un attacco alla libertà d’espressione

“A ottobre 2020 il Consiglio d’Europa aveva definito il processo altoatesino a carico del mio cliente un’azione legale strategica e quindi un vero e proprio attacco alla libertà d’espressione. Oggi possiamo dire di aver avuto la conferma di quanto questo fosse vero anche in tribunale” – commenta l’avvocato Nicola Canestrini che, insieme all’avvocatessa Francesca Cancellaro, rappresenta Karl Bär. “Questo verdetto deve essere un promemoria per tutte le realtà e i soggetti di potere: devono smetterla di utilizzare il sistema giudiziario in modo abusivo per intimidire le voci critiche attraverso processi lunghi ed esosi”- conclude Canestrini.

“La pressione pubblica è il migliore strumento”

“Dove non c’è querelante, non c’è giudice: il ritiro di tutte le 1376 querele ha dimostrato che la pressione pubblica è il miglior strumento di difesa dalle cause strategiche, purché non ci sia una tutela legale contro di esse” – spiega Fabian Holzheid, referente politico del Umweltinstitut München. “Il nostro grazie va a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo processo con energia, solidarietà e denaro. Il nostro lavoro contro i pesticidi pericolosi continua fuori dall’aula di tribunale” – dice Holzheid.

La battaglia su meleti e pesticidi

Nel 2017 Karl Bär, all’epoca dipendente dell’Umweltinstitut München, è stato accusato di diffamazione e contraffazione del marchio dall’assessore provinciale altoatesino Arnold Schuler e da oltre 1370 agricoltori locali per la sua azione di sensibilizzazione rispetto all’elevato impiego di pesticidi nei meleti dell’Alto Adige. Dopo le rimostranze dell’opinione pubblica, sorte in Europa, tutti i querelanti hanno ritirato le proprie accuse a carico dell’agronomo tedesco che, nel frattempo, è stato eletto membro del Bundestag. Con la modifica dell’atto di imputazione, il tribunale di Bolzano si è subito pronunciato a favore di Bär. Questo perché nei processi per presunta diffamazione un ritiro di tutte le accuse porta a un proscioglimento immediato, a differenza delle contraffazioni legate ai marchi che sono perseguibili come reato d’ufficio nonostante l’assenza di querele.

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Querele temerarie e cause legali strategiche

La sentenza per Bär arriva a pochi giorni dalla presentazione, da parte della Commissione UE, di un’iniziativa anti SLAPP il cui focus è una direttiva europea di contrasto alle cause legali strategiche contro la pubblica partecipazione. Il numero delle persone e delle organizzazioni colpite da cause SLAPP nell’Unione europea è in costante aumento, come dimostra un’ampia indagine condotta dalla Coalizione contro le SLAPP in Europa (CASE). Le SLAPP sono azioni legali abusive o infondate, sono minacce di possibili cause legali volte a fermare le azioni di partecipazione pubblica come quelle legate all’informazione giornalistica, alle proteste pacifiche, ai boicottaggi, all’impegno delle comunità e al whistleblowing. Dall’avvio del processo altoatesino l’Umweltinstitut München, in qualità di membro dell’alleanza CASE, è in prima linea a livello europeo contro le cause intimidatorie.

Il dibattito sui pesticidi

Ora l’Umweltinstitut München porterà avanti il dibattito sui pesticidi fuori dall’aula di tribunale. L’istituto ambientalista sta attualmente esaminando i registri di circa 1200 agricoltori che, a inizio processo, avevano fatto causa a Karl Bär. Tale documentazione era stata sequestrata, su richiesta della procura, in qualità di prova durante il processo. I registri contengono informazioni su quali e quanti pesticidi sono stati utilizzati dalle aziende nel 2017. I risultati di tale studio saranno presentati e discussi in un evento pubblico con i rappresentanti dell’industria frutticola altoatesina.