La strana multa di 4 euro per 20 centesimi di infrazione al casello: “Da Autostrade nessuna prova”

AUTOSTRADE PEDAGGI

 

Una lettrice del Salvagente riceve da Autostrade la lettera di riscossione per un passaggio al casello che non le risulta. Nella lettera mancano diversi elementi di chiarezza, sia sulla presunta infrazione che sui modi per contestarla. Le risposte ottenute dal Salvagente

Immaginate di ricevere una multa da Autostrade per un’infrazione al casello di cui non avete alcuna memoria, per una cifra ridicola, e per di più senza alcun documento che lo provi. Probabilmente vi sentireste al centro di uno scherzo.

La storia di Emanuela

È quello che è capitato a una lettrice del Salvagente, Emanuela C., che ci ha raccontato così la sua vicenda: “Mi è arrivata via posta dalla Essediesse, società di recupero crediti, per conto di Autostrade per l’Italia, una lettera con oggetto mancato pagamento pedaggio. Sostengono che lo scorso 16 gennaio sono passata al casello utilizzando una porta self service riservata al servizio Viacard, Bancomat. Non sono certa di aver fatto quella strada in quel giorno ma sono sicurissima, qualora fosse, di non aver utilizzato una porta self service in quanto mai utilizzata nella mia vita per pagare un pedaggio nei caselli autostradali. La cosa che mi risulta strana è che l’importo non pagato sia 20 centesimi. Vi chiedo, gentilmente, come comportarmi per avere un riscontro oggettivo su quanto da loro dichiarato e soprattutto se trattasi di truffa”.

Da 20 centesimi a 4,15 euro

Per i presunti 20 centesimi non corrisposti, oltretutto, tra spese fisse e spese di visura, la signora dovrebbe pagare 4,15 euro. “Oltretutto – aggiunge Emanuela – l’orario segnato, 5.13 del mattino è molto insolito, e per di più il nome del casello è indicato con un generico Aurelia. Come faccio a sapere di quale si tratta?” aggiunge la nostra lettrice.

La telefonata al servizio di riscossione di Autostrade per l’Italia

Per fare chiarezza abbiamo telefonato al contact center di Essediesse, la società che si occupa di riscuotere i crediti per Autostrade per l’Italia. L’operatrice che ci risponde, tramite il numero di rapporto relativo alla multa, risale ai dati in loro possesso ed è in grado di risponderci con più precisione, sia sul casello (è quello all’uscita di Civitavecchia) che sulla possibile dinamica: “La porta in questione non è quella esclusiva del telepass, ma la normale in cui si può pagare con contanti e bancomat. Ci risulta che l’importo è stato versato ma non completamente”. In altre parole – aspetto niente affatto chiaro nella lettera ricevuta da Emanuela – la signora o il marito sarebbero passati al casello, e al momento di pagare avrebbero inserito 20 centesimi in meno di quanto richiesto, magari perché a corto di contanti.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Perché il casello non rimane bloccato in casi come questo

Ma se così fosse, chiediamo all’operatrice, l’autista non avrebbe dovuto restare bloccato al casello? “No”, ci spiega la donna, “i caselli sono programmati per aprirsi dopo un tot di tempo. In quel caso, viene registrato il passaggio come pagamento non completato”.

Le opzioni per opporsi alla multa

Chiedere il riconteggio della cassa

Quali sono le opzioni per Emanuela, dunque, per opporsi alla multa? “Come scritto nel modulo riportato nella parte posteriore della lettera che ha ricevuto la signora – spiega l’operatrice – si può procedere come indicato al punto 5, e cioè affermando di aver pagato interamente l’importo e richiedendo il conteggio di cassa”. Emanuela controlla il foglio che ha in mano ed effettivamente il punto 5 c’è, ma viene richiesto di allegare alla domanda da inviare via mail a [email protected], anche la ricevuta di pagamento. “Ma anche se fossimo passati di lì, non avremmo alcuna ricevuta di pagamento. Al casello non me la danno mai”.

Disconoscere e chiedere prova fotografica

“Altrimenti – continua l’operatrice Essediesse – si può fare come scritto nel punto 6. Disconoscere il transito e chiedere una prova fotografica dell’infrazione che Autostrade è tenuta a fornire”. Questa è la strada che la signora Emanuela ha deciso di intraprendere, anche se – ci fa notare – nel modulo che ha ricevuto al punto 6 è riportato un generico “Altro…” e non le indicazioni per contestare e richiedere la prova fotografica, di cui senza l’intervento del Salvagente non sarebbe mai venuta a conoscenza. Una comunicazione da parte di Essediesse e di Autostrade per l’italia che ci sembra lacunosa e poco trasparente.

Come evitare i sovrapprezzi esorbitanti

Rimane un’ultima domanda da porgere a Essediesse. Come mai da una multa di 20 centesimi si arriva a oltre 4 euro. “Quello è perché sono passati diversi mesi dall’infrazione” risponde candida l’operatrice, forse non consapevole che in casi come questi, fino a quando non arriva la notifica a casa la persona non può immaginare di dovere dei soldi ad Autostrade. In ogni caso, se se fosse cosciente da subito, spiega l’operatrice “deve scrivere entro 15 giorni a [email protected] per chiedere di regolarizzare la sua posizione”.