Diritto di ripensamento: perché Wind fa finta di nulla?

MULTA VODAFONE WINDTRE

Un abbonato decide di accettare un’offerta di Wind per la linea fissa. Dopo un giorno cambia idea ed esercita il recesso tramite Pec. Ma si ritrova ugualmente con la linea “traslocata”. “Ora può chiedere l’annullamento e non pagare le fatture” ci spiega Valentina Masciari di Konsumer Italia

Caro Salvagente, il 5 settembre telefonicamente ho attivato una linea fissa WindTre, in seguito alla quale avrei dovuto poi fare richiesta di cessazione dal precedente operatore Tim. Il 6, appena un giorno dopo, ci ho ripensato ed ho inviato tramite pec richiesta di recesso dalla “proposta di contratto” che mi era stata inviata via email dalla WindTre. Nel frattempo ho ricevuto più volte contatti per la consegna del modem e varie richieste di appuntamenti con il tecnico che ho sempre rifiutato rappresentando la mia richiesta di recesso. Stamattina mi son accorto che, anche con il vecchio modem della Tim, risultavo collegato sulla linea Wind Tre. Contattato Tim, con cui ho riavviato la procedura di rientro (in circa 5 giorni): risulta una migrazione a WindTre il 9 settembre. Contattato WindTre mi hanno detto di attendere una loro chiamata. Vi chiedo com’è possibile che con una richiesta di recesso via pec si possa comunque procedere all’attivazione della linea da parte di WindTre. Cosa posso fare?

Umberto Cecere

Caro Umberto, lei si pone una giusta domanda: come è possibile che Wind, nonostante il ripensamento esercitato nei tempi, abbia attivato il contratto? Abbiamo girato la giusta questione a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione di consumatori Konsumer Italia. Ecco cosa ci ha risposto.

Il nostro lettore ha esercitato il diritto di ripensamento previsto per i contratti conclusi a distanza, entro i 14 giorni dalla stipula del contratto. Fra l’altro, fra gli obblighi di informazione precontrattuale imposti, è necessario che vengano fornite al consumatore tutte una serie di informazioni, in modo chiaro e comprensibile, e fra queste, anche l’esistenza del diritto di recesso, condizioni, termini e procedure per esercitarlo.

L’ha esercitato tramite PEC, quindi anche tramite una modalità che certifica la sua volontà di recedere, ma il gestore ha comunque proceduto con l’attivazione.

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Il perché di questa anomalia, potrebbe essere trovato nella scarsa comunicazione interna o nell’errore di qualche operatore poco attento, perché non è pensabile che si facciano “giochetti” di questo tipo per altre ragioni meno trasparenti…

Comunque, il signor Cecere ora deve aprire formale contestazione, ribadendo l’annullamento del contratto non voluto e di tutte le fatture che comunque verranno emesse, perché non dovute, comprese quelle contenenti eventuali costi di chiusura e di rate del modem, fra l’altro, mai ritirato.

Se il gestore  dovesse non rispondere, il lettore dovrà avviare il percorso di consiliazione.

Aggiornamento:

Dopo la pubblicazione del nostro articolo WindTre ci ha informato di essere intervenuta. Scrivendoci: “il Servizio Clienti ha contattato il Cliente informandolo che provvederemo a stornare gli importi relativi al contratto di rete fissa per il periodo dal 15/9 al 7/10. Era già presente la prima fattura per cui è stata emessa nota di credito a storno totale.

Sarà cura del Servio Clienti monitorare l’emissione dell’ ultima fattura per procedere al suo annullamento.

Abbiamo inoltre sensibilizzato il fornitore che ci supporta nella gestione delle PEC per evitare casi futuri”