Biossido di titanio, a settembre la resa dei conti: verso l’eliminazione dall’elenco degli additivi

BIOSSIDO DI TITANIO

Entro settembre la Commissione europea deciderà se ritirare o meno il biossido di titanio dalla lista degli additivi alimentari. Los corso mese, infatti, l’esecutivo europeo ha incontrato i governi dei 27 stati membri per decidere l’azione da intraprendere alla luce dell’ultima revisione dell’Efsa sull’E171: l’Autorità ha, infatti, concluso che il biossido di titanio non è sicuro come additivo alimentare.

Lo scontro con la lobby

L’intenzione della Commissione è quella di ritirarlo dall’elenco già a partire dalla fine del 2021 prevedendo, però, un periodo di transizione pari ad un anno. Il biossido di titanio- lo ricordiamo – è un additivo utilizzato in diversi settori: negli alimenti come sbiancante e per la stessa finalità nei medicinali. Ma viene molto utilizzato anche nei cosmetici, come filtro solare. Inoltre è un additivo usato in forma nano in prodotti come imballaggi alimentari, tessili e prodotti per l’igiene come spazzolini da denti, piastre per capelli e spray disinfettanti. L’eventuale esclusione del biossido di titanio dalla lista degli additivi autorizzati nell’Ue ne vieterebbe l’uso in tutti i settori. Almeno questa è l’intenzione della Commissione europea ma vale la pena ricordare che l’E171 è da anni al centro di una querelle tra le istituzioni europee e la potente lobby della chimica. A maggio del 2018, quando già si parlava dei rischi del biossido (è considerato un probabile cancerogeno se inalato) e dell’eventualità di limitarne l’uso soprattutto nei cosmetici a spray, il Corporate europe observatory (Ceo), il gruppo di ricerca che vigila sulla trasparenza in Europa, mise nero su bianco le pressioni che l’associazione dei produttori di biossido di titanio, la Tdma, ha esercitato e continuava ad esercitare sulla Commissione europea. La denuncia del Ceo era chiara: la lobby dell’industria chimica ha spendendo milioni di euro per influenzare la scelta dell’Unione europea.

L’Anses dice no anche alle nanoparticelle

C’è da dire che, rispetto al 2018, c’è un chiaro avvertimento dell’Efsa che dovrebbe rendere più complesso il lavoro di convincimento delle lobby. Tra l’altro l’Agenzia europea non ha fatto altro che assecondare i timori che da anni esprime l’Anses, l’agenzia per la sicurezza sugli alimenti e i farmaci francese: la Francia, infatti, è stato il primo (e l’unico) paese europeo a sfidare apertamente e in nome del principio di prceauzione l’Unione europea mettendo al bando, all’interno dei proprio confini, tutti gli alimenti che contengono biossido di titanio. Una battaglia che ora sta conducendo contro le nanoparticelle (non solo quelle di biossido di titanio) sottolineandone l’incertezza dei rischi e suggerendo, sempre nel nome di quel principio di precauzione che in base ai trattati europei dovrebbe guidare tutte le scelte dell’Europa, di vietarne l’uso almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza sui pericoli.

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