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L'opinione di Vauro nel giorno in cui la Finanza visita i gestori di telefonia su mandato dell'Antitrust. L'ipotesi: restrizione della concorrenza per gli aumenti dell'8,6% nel ritorno al canone mensile

Le ispezioni si sono svolte nelle sedi dei principali gestori e di Assotelecomunicazioni su mandato dell'Antitrust. La possibile intesa restrittiva della concorrenza riguarda l'aumento dell'8,6% che hanno deciso praticamente all'unimità.

Un nostro lettore ci segnala di aver accettato un nuovo piano dall'operatore e poi di averci ripensato e di aver chiesto di tornare al vecchio. Tre prima gli ha consigliato di inviare una raccomandata, poi ha negato la facoltà di tornare indietro. Ci aiuta a capire Valentina Masciari di @KonsumerItalia

Un lettore si lamenta perché ora anche sul fisso Tim la fatturazione è passata a 4 settimane. Una strada che hanno scelto tutti gli operatori e sulla quale l'Autorità non riesce ad averla vinta. Vediamo perché con l'aiuto di Valentina Masciari di @KonsumerItalia

La compagnia cambia le tariffe e impone il pagamento di 1 euro al mese per il 4G LTE e stabilisce il recesso via raccomandata o pec per chi non lo accetta. Una decisione che non è andata giù a @consumatori che ha presentato un ricorso. @massidona "Si limita la libertà di scelta dei consumatori"

Le tariffe per chiamare da e per paesi Ue continuano a nascondere fregature per gli utenti. Ecco gli escamotage dei tre principali operatori per nascondere o rendere di difficile comprensione ai clienti l'esistenza della tariffa base voluta dall'Ue, spesso più conveniente dei pacchetti offerti

La compagnia telefonica annuncia la fine dell'offerta gratuita per l'internet di ultima generazione. I concorrenti potrebbero seguire a breve l'esempio, Tim ha già ritoccato le tariffe al rialzo. Le indicazioni da seguire per non pagare i nuovi costi

La novità parte il 21 febbraio. Il piano tariffario di ogni cliente non subirà variazioni e il servizio potrà essere disabilitato

Tim, Vodafone, Wind e Tre sono state sanzionate dal Garante per la concorrenza e il mercato per complessivi 722mila euro in quanto hanno fornito agli utenti servizi premium non richiesti attraverso "informative ingannevoli e di condotte aggressive".