Dalle fake sulla Dieta Mediterranea ai pesticidi nelle banane: torna la voce scomoda di Indovina chi viene a cena

Sabrina Giannini torna tra tre settimane con la sua squadra su Raitre con sei nuove puntate di Indovina chi viene a cena, in onda dal 22 novembre alle 21.30. La giornalista ci anticipa  la nuova stagione e il clima sempre più ostile al giornalismo d’inchiesta. E sull’attentato a Ranucci e le intimidazioni…

Pronti? Quasi, in attesa del via, il 22 novembre alle 21.30 su Raitre.
In un momento che non sembra di certo il più favorevole al giornalismo d’inchiesta, Sabrina Giannini è al lavoro per tornare con sei puntate di Indovina chi viene a cena, ancora in gradita compagnia del professor Franco Berrino.
La troviamo in una delle rare pause tra lavoro di redazione, preparazione dei servizi e montaggio. E non possiamo che chiederle subito che aria tira, dopo l’attentato a Ranucci, l’altro simbolo della stessa rete pubblica, in una vicenda che sarebbe potuta finire anche più tragicamente dell’esplosione notturna della sua auto davanti a casa.

“Il clima generale del paese è sempre più esasperato – ci dice Sabrina Giannini –. Tanto per raccontarti come veniamo spesso accolti noi, basta dire che quando ci presentiamo per un’inchiesta, spesso chi contattiamo, dopo averci chiesto se siamo di Raitre, ci risponde: i soliti comunisti. Voglio dire che tutto è semplificato e banalizzato nello scontro tra bene e male: c’è sempre meno spazio per un approfondimento”.

Un conto è avere meno agibilità giornalistica, altro è vedersi saltare in aria l’auto davanti a casa…

Certo che preoccupa che si sia andati oltre, che ci sia un salto di qualità. Ma non bisogna dimenticare che le continue intimidazioni legali, le cause temerarie, fanno sentire sempre meno voci di giornalismo d’inchiesta. E se rimani solo, o quasi, è facile che tu finisca sotto tiro. Sai qual è il dramma?

SABRINA GIANNINI INDOVINA CHI VIENE A CENAQuale?

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Che se ci fossero dieci Report tutto questo non sarebbe successo. E invece nessuno blocca un meccanismo che poi determina l’impoverimento di questa informazione e l’autocensura dei giornalisti. Quelle liti temerarie che i potenti possono intraprendere senza praticamente pagare nulla. Ne sapete qualcosa anche voi del Salvagente: per quanto mi riguarda, non ho mai ricevuto una querela – e preciso che non ho mai perso una causa – che avesse un senso e che non fosse chiaramente intimidatoria. Ma chi la intraprende, se gli va male, paga solo gli avvocati, mentre invece servirebbero dissuasioni ben più efficaci.

Eppure insisti e parti con la decima stagione, il 22 novembre. Di cosa parleranno le tue inchieste?

Partiremo con un paradosso: quello di una Dieta Mediterranea che è una sorta di copertina verde per nascondere una realtà molto diversa. Ci raccontano che è la genetica a determinare se vivrai fino a 105 anni o morirai presto, ma poi se vai a vedere gli studi capisci che è molto più forte l’influenza di ciò che mangi fin da bambino.
E noi, che avremmo disperato e urgente bisogno di cambiare le regole nelle mense scolastiche, di bloccare lo strapotere della pubblicità delle merendine e degli ultraprocessati sui nostri figli, facciamo finta di nulla.
Indovina chi viene a cena andrà in Sardegna, dove ci sono isole di longevità, e a Napoli, dove si operano bambini obesi in quantità tali da non poter essere ignorate. Un’emergenza che ha responsabilità precise, dell’industria e della politica, e che ha conseguenze altissime sulla salute dei futuri adulti di domani, ma anche sul servizio sanitario che li dovrà assistere. Cercando di rispondere alla domanda: ce lo possiamo permettere? E chi ci guadagna?

E chi continua a ripeterci che mangiamo bene e perfino che a mangiar meglio sono i più poveri?

Ecco la grande menzogna. Se vai a vedere i dati della Fondazione Veronesi, sai quanti italiani seguono la Dieta Mediterranea? Appena il 5%. E sai chi sono? Spesso gli anziani, che davvero seguivano un’alimentazione presa a riferimento dall’intero mondo scientifico. Oggi quella dieta non c’è più, e quando il ministro Lollobrigida dice che i poveri mangiano meglio si riferisce a cinquant’anni fa.
I figli di quella gente oggi sono malati e sono convinti che mangiare cotolette con le patatine, insaccati o carne tutti i giorni – come suggerisce Coldiretti – sia la Dieta Mediterranea.

Puoi anticiparci qualche altro tema delle puntate successive?

Sì, ci occuperemo ancora del lungo viaggio degli alimenti esotici come caffè e banane. Proveremo a sfatare alcune leggende e, come sempre, metteremo a nudo i costi di queste produzioni, anche sui diritti umani. Documentando immagini che molti ritenevano ormai del passato, come gli aerei che spargono pesticidi sui villaggi e sui lavoratori. Chiameremo in causa anche le grandi aziende italiane e vedremo chi accetta di rispondere.

Dacci qualche altra anticipazione della nuova stagione.

Parleremo di agricoltura e semi brevettati, ma anche di chi non ci sta e pratica disobbedienza civile. Storie vere di persone che non accettano che ciò che è previsto dalla legge sia anche giusto. Centinaia di realtà di piccoli contadini che trasmettono i semi nell’indifferenza generale, pagando a volte le loro scelte a caro prezzo.

Odio gli indifferenti avrebbe detto Gramsci…

Un sentimento che dovrebbe essere comune a chi fa giornalismo d’inchiesta.