Un terzo del cioccolato Usa ha livelli preoccupanti di cadmio e piombo. E in Italia…

CIOCCOLATO METALLI PESANTI

Un nuovo test di Consumer Reports trova cadmio e piombo in prodotti a base di cioccolato venduti negli Usa. Una conferma di quanto rilevato dal Salvagente sulle tavolette di fondente in Italia. Ecco quali erano stati i nostri risultati

Un terzo dei prodotti a base di cioccolato sono contaminati da metalli pesanti, a volte anche in maniera preoccupante. È quanto ha registrato l’ultimo test dell’americana Consumer Reports, la rivista dei consumatori Usa e Canada che ha mandato in laboratorio 48 prodotti diversi in sette categorie: cacao in polvere, gocce di cioccolato, barrette di cioccolato al latte e miscele per brownies, torta al cioccolato e cioccolata calda. E naturalmente il cioccolato fondente.

I prodotti provenivano da grandi marchi famosi negli States come Hershey’s, Ghirardelli e Nestlé; rivenditori nazionali come Costco, Target, Trader Joe’s, Walmart e Whole Foods; e produttori di specialità come Droste e Navitas.

Come previsto, il cioccolato fondente tendeva ad avere livelli più elevati di metalli pesanti e il cioccolato al latte più bassi. “Ma ogni prodotto che abbiamo testato conteneva quantità rilevabili di piombo e cadmio”, afferma James E. Rogers, PhD, direttore e responsabile ad interim dei test sulla sicurezza dei prodotti presso Consumer Reports. “Sedici dei 48 prodotti presentavano quantità superiori ai livelli di preoccupazione che consideriamo per almeno uno dei metalli pesanti – in alcuni casi più del doppio del nostro limite – ma abbiamo trovato opzioni più sicure in ciascuna categoria di prodotti a base di cioccolato”.

Una somma pericolosa per l’organismo

I metalli pesanti si possono trovare in molti alimenti, come l’arsenico nel riso, il mercurio in alcuni tipi di pesce, il cadmio negli spinaci e il piombo nelle carote e nelle patate dolci. E ci si espone in qualche caso anche attraverso l’acqua potabile o l’ambiente (come la vernice al piombo in casa). Tutte queste fonti possono sommarsi, quindi è importante essere consapevoli dei diversi percorsi che contribuiscono all’assunzione complessiva di metalli pesanti. Il cioccolato potrebbe essere solo uno dei numerosi fattori che contribuiscono ai livelli complessivi di metalli pesanti, ma è un dolce popolare consumato da bambini e adulti e non una parte essenziale della dieta . Quindi ha senso cercare di limitare la quantità di metalli pesanti che ci arrivano dal cioccolato.

L’esposizione ai metalli pesanti è di grande preoccupazione nei bambini e durante la gravidanza, perché queste sostanze possono danneggiare il cervello e il sistema nervoso, causando ritardi nello sviluppo, problemi di apprendimento e di comportamento e altro ancora. Ma anche gli adulti possono sperimentare effetti negativi. Ad esempio, la frequente esposizione al piombo è stata collegata alla soppressione del sistema immunitario, a problemi riproduttivi, a danni renali e a ipertensione.

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Piombo e cadmio sono i due metalli pesanti che i test hanno riscontrato essere i più problematici nel cioccolato. La ricerca indica che il piombo e il cadmio entrano nel cacao in modi diversi. Per quanto riguarda il cadmio, sembra che la pianta del cacao lo assorba dal terreno. Il piombo, tuttavia, può depositarsi sui chicchi di cacao dopo il raccolto, potenzialmente a causa della polvere e del terreno mentre i chicchi seccano all’aperto. Questi metalli si trovano entrambi nei solidi del cacao che, insieme al burro di cacao, costituiscono il cacao. Ecco perché i prodotti ricchi di cacao solido, come il cioccolato fondente e il cacao in polvere, tendono ad essere più ricchi di metalli pesanti.

Il test del Salvagente sul cioccolato “italiano”

I risultati ottenuti negli Usa, per molti versi, sono sovrapponibili a quelli riscontrati dal Salvagente in laboratorio lo scorso marzo quando avevamo portato in laboratorio 18 tavolette di cioccolato fondente e se per il piombo in Europa come negli Usa non esiste un limite di legge per il cioccolato, per il cadmio, metallo ben più pericoloso per la salute umana, nel Vecchio Continente esiste una soglia massima che non può essere superata. Questo limite quindi ci aveva consentito di valutare le concentrazioni di cadmio riscontrate nei campioni del nostro panel anche perché, come scrive la Ue nel Regolamento 488/2014 in vigore dal 2019 e che ha fissato i limiti della presenza di questo metallo pesante “l’esposizione al cadmio è principalmente alimentare” e “il cioccolato e il cacao in polvere venduti al consumatore finale possono contenere alti tenori di cadmio e costituiscono una fonte importante di esposizione umana”. Sul piombo invece non ci sono indicazioni di legge e per valutare i relativi risultati abbiamo preso a riferimento la dose giornaliera americana 0,5 mcg/oncia, ovvero 0,017 mg/kg.

Le nostre analisi hanno considerato anche le micotossine (di fondo assenti), i pesticidi (rilevati in alcuni casi in quantità molto basse, anche se in molti casi abbiamo riscontrato tracce di clorpirifos, pesticida neurotossico per i bambini messo al bando dall’Europa nel 2020) e la quantità di polifenoli direttamente collegati ai benefici nutrizionali del cioccolato fondente.

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Cosa abbiamo trovato in Italia su 18 tavolette

Le schede delle 18 tavolette analizzate nel numero di marzo del Salvagente mostrano come all’aumentare del grado di fondente salga l’accumulo dei metalli pesanti ma anche dei benefici polifenoli. Dare un giudizio su prodotti così differenti non sarebbe stato corretto: del resto abbiamo voluto fare una fotografia del mercato e quindi abbiamo preso in considerazione i diversi “fondenti” e gli “extra” venduti in supermercati e discount. Tuttavia per ogni prodotto abbiamo dato giudizi intermedi (evidenziati) su piombo, cadmio e polifenoli. E se volessimo puntare su un prodotto che garantisce un buon apporto di polifenoli e comunque una bassa concentrazione di metalli pesanti? In via del tutto eccezionale rispetto al nostro modo di valutare i prodotti, potremmo dire che un buon equilibrio viene mantenuto da Zaini 100%, Lindt 99% e J.D. Gross fondente al 95%.

Percentuale di cacao

I campioni del nostro test vanno da un minimo di 43% di cacao (Nestlé fondente dark) a un massimo del 100% (Zaini e Vanini).

Piombo e cadmio

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms ha classificato il cadmio nel gruppo 1 come cancerogeno certo per l’uomo. Nel cioccolato, in base al Regolamento n. 488/2014, il cadmio non può superare il limite di legge di 0,8 mg/kg nel caso in cui il cacao sia maggiore o uguale al 50% e 0,30 mg/kg qualora la percentuale sia al di sotto del 50%. Tutti i nostri campioni rispettano i limiti di legge e quindi sono conformi. Tuttavia abbiamo tavolette con una concentrazione più vicina al limite di altre (Novi Nero 0,68 mg/kg e Vanini 100% 0,67). Come anche dimostrato dalle analisi effettuate negli Usa da Consumer Reports al crescere del grado di fondente aumenta la concentrazione dei metalli pesanti, essendo il cacao una pianta “accumulatrice” e il cadmio in particolare molto mobile nel terreno.
Discorso diverso per il piombo (classificato dalla Iarc in classe 2B come probabile cancerogeno per l’uomo) dove non c’è in Europa un limite di legge nel cioccolato, né un valore guida. Per questo abbiamo preso a riferimento la dose giornaliera (0,5 mcg/oncia, ovvero 0,017 mg/kg) californiana per valutare le concentrazioni riscontrate. Considerando questa soglia, mangiando la stragrande maggioranza dei nostri campioni (fa eccezione, positivamente, il prodotto Esselunga) si supera facilmente la dose giornaliera di piombo. Per fare un esempio con il Perugina extra (quello che ha la concentrazione maggiore di piombo) si totalizzano 0,11 mg ossia 6,5 volte la soglia consigliata. Si obietterà: ma nessuno mangia tutti i giorni cioccolata fondente: vero. Ma occorre sempre ricordare che i metalli pesanti sono insidiosi per la salute perché si accumulano nei tessuti e il cacao non è l’unica fonte.

Pesticidi e micotossine

Campioni puliti per quanto riguarda le micotossine: nessuna traccia delle tipiche e più pericolose del cacao, come l’ocratossina e le aflatossine. Abbiamo invece riscontrato una ricorrente presenza di zearalenone, una micotossina non normata e comunque in concentrazioni non preoccupanti.
Discorso diverso per i pesticidi. In sette campioni abbiamo riscontrate tracce (al di sotto del Loq, il limite di quantificazione analitico) di clorpirifos: laddove rilevato seppur a concentrazioni bassissime lo abbiamo riportato perché parliamo di un insetticida bandito dal 2020 dalla Ue perché considerato neurotossico per i bambini. Le tracce riscontrate segnalano l’utilizzo di questo pesticida Oltreoceano segno che, come più volte denunciate dalle Ong ambientaliste e dalle organizzazione europee dei consumatori, i fitofarmaci cacciati dalla porta dall’Europa rischiano di rientrare dalla finestra attraverso i cibi importati. Le altre molecole rilevate in alcuni campioni non prevedono limiti di legge specifici nel cioccolato. A destare più preoccupazione per il profilo di rischio è il 2,4-D classificato potenzialmente cancerogeno dalla Iarc-Oms, un diserbante riscontrato seppur in concentrazioni molto basse in sei campioni. Il piperonil butossido è un un sinergizzante usato in combinazione nei formulati degli insetticidi per il quale non esiste un limite di legge. Il deet, usato nei repellenti contro le zanzare, è una sostanza attiva che non ha destato particolari sospetti durante la sua azione sulla salute umana. Infine non possiamo non mettere in evidenza che nel lotto Novi Nero 99% analizzato abbiamo trovato tracce di tre fitosanitari: è l’unico del nostro panel.

Polifenoli

Il cioccolato è ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti, benefiche per il nostro organismo. La loro presenza cresce all’aumentare della percentuale di cacao contenuto nelle tavolette. Per questo motivo è sicuramente da privilegiare una cioccolata extra fondente visto che le quantità maggiori di polifenoli sono presenti nei prodotti con il 90% di cacao, in particolare nel Novi Nero 99% (18,29 mg/g), Lindt 99% (18,92), Vanini 100% (19,72) e Zaini 100% (22,78). Al di là dai dati presi in considerazione nelle nostre tabelle, vogliamo mettere in evidenza alcuni ingredienti sgraditi riscontrate nei vari prodotti, come la presenza di edulcoranti (maltitolo) nell’Otto sugar free o l’olio di cocco e lo sciroppo di glucosio nel prodotto Loacker.