Sarà anche deteinato, ma siamo sicuri che è adatto ai bambini?

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Cosa c’è di meglio che dissetarsi con un bel tè freddo? Il solo pensiero ci rinfresca e infatti in questo periodo è facile imbattersi in una delle tante offerte che riempiono gli scaffali dei supermarket. Ce ne sono di tutti i tipi e di tutti i gusti e non poteva mancare la variante di tè deteinato per i più piccoli.
Proprio a questa tipologia di bevanda nel numero in edicola fino al 28 agosto, il Salvagente ha dedicato la sua attenzione, mettendo a confronto 8 marche. Si riconoscono facilmente: piccole bottigliette, brick o bicchierini spesso caratterizzati con immagini di cartoni animati o personaggi che richiamano al mondo dei bambini. A volte sono prodotti indirizzati esplicitamente a loro. Ma sono sempre adatti ai nostri figli?
In realtà queste bevande, che arrivano a costare fino a 3 euro a litro, non sono altro che un mix di acqua e zuccheri e, solo se siamo fortunati, troviamo anche un po’ di succo di frutta. Se, invece, ci va male troviamo qualche ingrediente indesiderato come il sale o addirittura coloranti sospetti come l’E 150b. Quasi sempre questi prodotti contengono aromi, acidificanti e dolcificanti che servono a esaltarne il sapore e aumentarne la “dolcezza”.
È proprio il contenuto di zuccheri il loro problema principale. Ogni bottiglietta, che può contenere 200 ml di tè, apporta fino a 20 grammi di zucchero, che equivalgono circa alla dose giornaliera consigliata dall’Oms per un adulto medio. La soglia limite di zuccheri è, infatti, pari al 10% dell’energia totale che si assume durante la giornata.
Tuttavia l’Organizzazione mondiale della sanità, nelle sue Linee guida sul consumo dello zucchero, raccomanda una riduzione dell’assunzione giornaliera di zucchero a meno del 5% della quantità totale di energia, che equivale a circa 25 grammi. Questa indicazione è suffragata da evidenze scientifiche che sottolineano quanto i danni derivanti dalla sua implementazione siano superiori ai benefici. Non dobbiamo poi dimenticare che le dosi consigliate dall’Oms si riferiscono a un adulto di 70 chili: se lui con una bottiglietta di tè già fa il pieno di zuccheri per un’intera giornata il nostro bambino dovrebbe berne meno. E non aggiungere altri zuccheri durante la giornata. Davvero improbabile.
Non dimentichiamo un altro ingrediente sgradito in questi tè: il fruttosio, elemento di penalizzazione nei nostri giudizi. Come ha più volte affermato il professor Franco Berrino dell’Istituto dei tumori di Milano, il consumo di bevande che contengono il fruttosio può contribuire alla diffusione dell’obesità infantile e di altre patologie dismetaboliche, a cominciare dal diabete. Come se non bastasse un recente studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha affermato che elevate quantità di fruttosio, aggiunte in cibi e bevande, aumenta il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi.