Riconoscere il vero extravergine… dal telefonino (o con la nostra guida)

OLIO TRUFFE

Fornire al consumatore gli strumenti per riconoscere un prodotto di qualità e distinguerlo da quelli scarsi e nocivi dal punto di vista della salute e dell’ambiente.

È  l’obiettivo della ricerca Violin, sostenuta e finanziata da varie fondazioni bancarie riunite in Ager, progetto agroalimentare attraverso il quale sono state stanziate risorse pari a 1 milione di euro per un partenariato che ha come capofila l’Università degli Studi di Messina, responsabile scientifico il prof. Luigi Mondello, e che comprende inoltre l’Alma Mater e le Università di Torino, del Sannio, della Tuscia, di Genova, La Sapienza di Roma, la Fondazione Edmund Mach, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Aldo Moro di Bari e l’Università di Verona.

olio
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Di certo, lo scandalo recente fatto emergere da Il Test sul falso olio di oliva extravergine ha contribuito a dare un forte impulso all’idea di questa ricerca, a cui Ager stava già pensando perché da tempo si susseguono piccole o grandi frodi legate all’olio di oliva. E – come spiega la professoressa Mara Mirasoli del gruppo del professore Aldo Roda del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna che fa parte del progetto – “questi scandali da un lato attivano l’attenzione dei cittadini ma dall’altro può anche accadere che i consumatori si allontanino dai prodotti di qualità per timore di incorrere in frodi”.

Controlli mirati

“La ricerca partirà probabilmente in autunno, avrà la durata di tre anni e si occuperà di sviluppare metodologie analitiche avanzate tese a migliorare, a rendere più efficienti i controlli sull’olio e a valorizzare le qualità positive dell’olio di oliva di qualità”, ci spiega Mirasoli che, con il team di Roda nello specifico, avrà il compito di mettere a punto test cellulari per la valutazione dell’attività antiossidante e protettiva a livello vascolare dei diversi oli che verranno catalogati, in base alle più svariate caratteristiche, nella banca dati che sarà realizzata.

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Importante anche ricordare che, in un’ottica di sostenibilità, oltre all’olio di oliva utilizzato per scopi alimentari, verranno analizzati gli scarti attraverso i quali vengono realizzati prodotti cosmetici e farmaceutici e integratori, in questo caso sempre alimentari.

Tra gli obiettivi della ricerca non solo quello di fornire strumenti conoscitivi e di valutazione dei prodotti in commercio ma anche la possibilità di realizzare uno strumento che – attraverso il codice “QR” – possa permettere al consumatore attraverso uno smartphone di identificare immediatamente le caratteristiche dei diversi oli, aggiunge Mirasoli.