“Lo Stato mi deve 6 milioni e io devo trovare i soldi per pagare tasse e imposte”

“Lo Stato mi deve 6 milioni di euro, un anno di lavoro circa, io ho 350 dipendenti e non posso compensare i miei crediti, perché manca il decreto legge”, Antonio Quercioli è un imprenditore di Siracusa, la sua azienda – IGM rifiuti industriali – gestisce l’igiene ambientale di alcuni paesi nelle province di Siracusa e Ragusa, ma con i ritardi dello Stato e i debiti con il fisco il rischio è quello di trovarsi in seria difficoltà. La storia è semplice: gli imprenditori che vantano crediti nei confronti della PA non possono compensarli con i debiti fiscali – per pagare tasse e imposte – perché manca un emendamento al Decreto Fiscale. Nell’ultima seduta in parlamento – sul Dl fiscale – sono stati presentati mille emendamenti, ma nessuno sulle compensazioni. Ogni anno, dal Salva Italia di Mario Monti, il governo deve emanare un decreto per la “compensazione” dei crediti, che ad oggi – quindi – non è un automatismo. Il legislatore ripropone l’operatività del meccanismo di anno in anno. Per l’anno scorso la “compensazione” è stata inserita nel decreto legge “dignità” (articolo 12-bis, mentre negli anni passati: al 2015, dall’articolo 1, comma 19, legge 190/2014; al 2016, dall’articolo 1, comma 129, legge 208/2015; al 2017, dall’articolo 9-quater, Dl 50/2017). “Non solo il danno, ma anche la beffa – continua Antonio – le aziende del nostro settore infatti non possono neanche interrompere la fornitura al comune moroso perché incorrerebbero nell’interruzione del pubblico servizio. Sostanzialmente, anche se non pagati per 10 mesi, ci troviamo costretti non solo a lavorare gratis, ma a sostenere costi non posticipabili (stipendi, INPS, carburante, fornitori vari). Si entra nel paradosso di diventare la banca del comune.”

 

SI PUO’ COMPENSARE SOLO DOPO LA CARTELLA ESATTORIALE

“Noi siamo ostaggi dello Stato, le imprese rischiano di fallire perché lo Stato non paga le fatture e noi dobbiamo usare il nostro circolante drenando ossigeno all’impresa – dice Rossella Pezzino De Geronimo -, non solo perché manca ancora il decreto ma anche perché la normativa attuale è distorta: puoi compensare un credito – certificato dal Mef – solo quando arriva la ‘cartella esattoriale’ che ha dentro anche more e interessi: ma perché devo pagare il 40% in più al fisco? Per un debito che potrei pagare subito con il mio credito?” queste le parole dell’amministratore di Dusty (un’impresa che si occupa di igiene ambientale) che dà lavoro a 1.500 dipendenti in Sicilia e vanta un credito certificato con la Pubblica amministrazione di 15 milioni di euro. Lo Stato esige pagamenti puntuali, anche perché se le società non sono in regola con i vari versamenti fiscali e contributivi non c’è il rilascio del Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) con l’aggravio di non poter partecipare alle gare d’appalto. A confermare questa criticità anche Elisabetta Perrotta – segretario di Fise Assoambiente -, che rappresenta migliaia di aziende del settore “di solito entro l’estate veniva dato il via libera a questo decreto”, ma finora un silenzio assordante. “L’atteggiamento dello Stato è iniquo e ingiusto, il governo dovrebbe emanare immediatamente il decreto legge od altro strumento idoneo a garantire la compensazione dei crediti con i debiti iscritti a ruolo nel 2018”, conclude De Geronimo.

COSA DICE IL MEF: I TEMPI DELLA PA NEI PAGAMENTI

Negli ultimi 3 anni – secondo dati pubblicati dal Mef – i ritardi nei pagamenti della PA sono andati riducendosi, ci sono macroaree con tempi medi certi, addirittura si pagano le fatture con un giorno di anticipo, invece in altre il ritardo medio può essere di 100 giorni fino a toccare l’anno. Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento. Complessivamente, lo stock di debito residuo scaduto e non pagato alla data del 31 dicembre 2018 risulta pari a circa 26,9 miliardi, su un complesso di 28 milioni di fatture emesse nell’anno nei confronti della PA (ultima rilevazione ufficiale del ministero). La Piattaforma del Mef ha rilevato sul 2018 pagamenti relativi a 20,3 milioni di fatture, per un importo pari a 120,7 miliardi di euro, che corrisponde all’81% del totale, con 46 giorni medi per il pagamento.