Il Consorzio del Grana Padano non digerisce la pronuncia del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso del Parmigiano Reggiano contro una circolare del ministero della Salute che definiva il lisozima presente nel Grana Padano Dop come “coadiuvante tecnologico” anziché additivo conservante.
“In merito ad alcuni maliziosi articoli di giornale usciti sulla stampa in questi giorni secondo i quali il Parmigiano Reggiano avrebbe addirittura “battuto” il Grana Padano presso il Tribunale amministrativo del Lazio, cosa peraltro assolutamente non vera perché il Consorzio Parmigiano Reggiano si è appellato contro il Ministero e non contro il Consorzio Grana Padano, lo stesso Consorzio di Tutela del formaggio Grana Padano ritiene doveroso dover specificare quanto è realmente accaduto”.
Non si è fatta attendere la replica del Consorzio del Grana alla notizia della sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso presentato nel 2018 dai “colleghi” del Parmigiano Reggiano contro una circolare del ministero della Salute che definiva il lisozima presente nel Grana Padano Dop come “coadiuvante tecnologico” anziché additivo conservante.
Il mondo del Grana, non pare aver digerito bene la pronuncia che definisce un parere “in punta di diritto, una questione che è di carattere squisitamente ed esclusivamente scientifico riferita ad un parere espresso dal ministero della Salute, quindi non dallo scrivente Consorzio”.
Nel preannunciare appello, il Consorzio definisce la pronuncia del Tribunale “viziata da errori di valutazione circa l’effettiva natura degli atti impugnati, che si limitano a dare atto dell’esito di una ricerca scientifica, condotta da insigni cattedratici e che non dispongono alcuna riclassificazione del lisozima, tanto meno con effetto sui regolamenti comunitari”.
La nota dei produttori aggiunge: “Nel primo grado di giudizio il Consorzio Grana Padano ha unicamente difeso gli atti del Ministero della Salute in veste di controinteressato, in aderenza al contenuto degli atti stessi e non era pertanto parte in causa diretta. Al Consiglio di Stato, il Consorzio Grana Padano agire invece in qualità di diretto appellante e non mancherà pertanto di far valere tutti gli argomenti di diritto a conforto della posizione propria, del Ministero della Salute e dei massimi organi nazionali di consulenza scientifica (il Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità), a conferma della piena legittimità di tali atti.
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Le argomentazioni scientifiche a sostegno della posizione assunta del Ministero della Salute sono state infatti vagliate e validate, approfonditamente e preventivamente, all’unanimità dai massimi organismi scientifici nazionali, preposti e competenti nella materia specifica, ovvero il Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità. Tali argomentazioni mantengono tutta la validità, attendibilità ed autorevolezza che consegue a detta valutazione sul piano scientifico, a dispetto di qualsiasi cavillo giuridico, peraltro, come detto, frutto di errata ricostruzione della realtà dei fatti”.
Conclude il Consorzio del Grana: “Per rispetto della verità, si rileva inoltre che nessuno ha mai detto che potesse scomparire dalle confezioni la dicitura “Lisozima da uovo”, né tantomeno che sulle confezioni di Grana Padano potesse essere riportata la dicitura “Senza Conservanti”. Non esistono infatti confezioni di Grana Padano che riportino tale dicitura”.