Bottiglie in plastica “100% riciclabile” o “riciclata”? Una balla…

È la denuncia, dati alla mano, che hanno presentato alla Commissione Ue le associazioni dei consumatori europee. Il 100% riciclabile è un “greenwashing che deve finire” accusano, indicando Coca-Cola, Danone e Nestlé (per il suo marchio Levissima).

Bottiglie in plastica riciclabili al 100%? Una solenne balla. O meglio un vero inganno per i consumatori europei. È quanto sostengono, studi alla mano, i consumatori europei del Beuc che hanno denunciato formalmente industrie come Coca-Cola, Nestlé e Danone alla Commissione europea.

Per i consumatori le affermazioni secondo cui le bottiglie in plastica sono interamente riciclabili sono fuorvianti perché i tassi di riciclaggio sono molto più bassi nella pratica e si tratta, come ha affermato Ursula Pachl, vicedirettrice generale del Beuc, di “un greenwashing che deve finire”.

“100% riciclabili”? Un falso

I dati presentati dalla denuncia dimostrano come la quantità di plastica che viene trasformata in nuove bottiglie dipende solo in parte da fattori che l’azienda o il cliente possono controllare. I sistemi utilizzati per raccogliere, smistare e riciclare le bottiglie, nonché limiti tecnici e le regole su quali materiali possono essere utilizzati per confezionare alimenti e bevande spesso smentiscono le dichiarazioni rassicuranti fatte nelle etichette di acque minerali e soft drink. Che tutto questo non si traduca di certo nel riciclo al 100% lo avvalorano anche le stime di Zero Waste Europe: in tutta l’UE appena metà delle bottiglie in Pet vengono effettivamente riciclate.

Non solo. L’”interamente” o il “100%” è smentito anche dai dati tecnici: il tappo e le etichette, tanto per fare un esempio, non possono essere realizzati in materiali riciclati, accusa il Beuc.

“Secondo la nostra analisi, queste affermazioni violano la Direttiva UE 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali. In definitiva, impediscono anche ai consumatori di avere il potere di fare scelte più informate e di svolgere il proprio ruolo nella transizione verde. In questo contesto, insieme a 14 organizzazioni nazionali dei consumatori di 13 paesi europei abbiamo presentato un avviso alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità dei consumatori segnalando diversi produttori che utilizzano tali affermazioni fuorvianti” dichiarano dal Beuc.

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La denuncia, va detto non può produrre a livello formale europeo una sanzione per i commercianti, ma potrebbe stimolare a intervenire le autorità nazionali degli Stati membri.

Il rapporto Unbottle Greenwashing

Il rapporto presentato dalle associazioni dei consumatori è ricco di considerazioni e di esempi. Tra i casi che spiccano anche quello dell’italiana Levissima che viene segnalata per i claim “Bottiglia in 100% di plastica riciclata”

Fonte: rapporto Unbottle grenwashing, Beuc, ClientEarth, Ecos – 2023

Scrivono nel rapporto i consumatori: “L’intenzione delle aziende nell’aggiungere ‘100%’ alle dichiarazioni “riciclabile” non è chiara, e le risposte dei produttori alle domande inviate loro  su queste affermazioni non hanno fornito ulteriore chiarezza. L’affermazione potrebbe essere interpretata dai consumatori:

  • che il 100% dei componenti della bottiglia sono “riciclabili”,
  • o che non solo che la bottiglia è “riciclabile” ma che viene riciclata al 100%”.

In realtà, spiega il Beuc: “Nessuno dei componenti della bottiglia per bevande, nemmeno il componente PET, viene riciclato al 100%, né questo è tecnicamente realizzabile. Per i componenti non PET della bottiglia per bevande (ad esempio, tappi ed etichette), i risultati del riciclaggio sono notevolmente più poveri rispetto al PET. In entrambi i casi, è altamente improbabile o impossibile che vengano riciclati in componenti per nuove bottiglie, ovvero tappi ed etichette. Gli adesivi e gli inchiostri non sono nemmeno tecnicamente riciclabili”.

La conclusione per i consumatori è chiara e dovrebbe comportare che

  • I produttori dovrebbero smettere di usare un linguaggio ambiguo relativo alla riciclabilità, incluso “riciclabile” e/o “riciclabile al 100%” e invece fornire informazioni chiare su come i consumatori dovrebbero smaltire correttamente gli imballaggi nel mercato in cui il prodotto viene venduto. Ad esempio, se il mercato in cui viene venduto il prodotto effettua la raccolta differenziata sono sufficienti semplici istruzioni su come smaltire l’articolo attraverso lo schema in base all’infrastruttura locale, oltre ad essere più chiare e più utili per il consumatore rispetto a un’affermazione “riciclabile” o “riciclabile al 100%”.
  • Laddove il prodotto contenga plastica riciclata e le aziende scelgano di includere queste informazioni sulle etichette dei prodotti, dovrebbero essere chiare sulla quantità di materiale riciclato nel prodotto nel suo insieme. Tali percentuali dovrebbero riflettere solo le quantità di materiale riciclato post-consumo.
  • Quando si afferma che le bottiglie sono fatte in plastica riciclata al 100%, i produttori dovrebbero essere in grado di comprovarlo attraverso una certificazione di parte terza affidabile e trasparente.
  • Non dovrebbero essere consentite immagini circolari e affermazioni ambientali generiche, dichiarazioni e immagini sulle etichette e nella pubblicità di accompagnamento.