Quasi due mesi per un passaporto, che paese siamo?

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Tra rinnovi accumulati nei due anni di pandemia e nuovi rilasci, negli uffici delle questure è caos passaporti. Il ministro Piantedosi promette di risolvere entro febbraio con nuove postazioni ma nel frattempo 80mila italiani sono costretti ad annullare il viaggio programmato

Almeno due settimane per fissare un appuntamento e cinque per il rilascio del documento: Chi vuole partire verso una meta extra europea ma anche chi ha bisogno del passaporto per questioni familiare, ad esempio un ricongiungimento, deve mettere in conto almeno due mesi per l’espletamento delle pratiche burocratiche. Un allungamento dei tempi – in media bastavano due settimana per il rilascio del passaporto – che ha messo in crisi le questure e soprattutto i cittadini che – stima dei Assoviaggi – in 80mila hanno dovuto rinunciare alla partenza per un viaggio già programmato. Il ministro Matteo Piantedosi rispondendo a due interrogazioni parlamentari di Francesca Ghirra, deputata di Alleanza Verdi Sinistra e Fabrizio Benzoni, deputato di Azione-Italia Viva, ha detto che saranno presi provvedimenti. Come si legge sul quotidiano La Stampa, il ministro è ottimista dato che stanno “facendo circolare le best practices messe in campo da alcune Questure e stanno effettuando un lavoro di reingegnerizzazione dell’applicazione Agenda online, attraverso la quale si prenota l’appuntamento per il rilascio del passaporto”.

Entro febbraio – ha aggiunto il ministro – forniremo alle questure che ne faranno richiesta nuove postazioni di lavoro più performanti. Monitoriamo le situazioni più complesse per effettuare interventi correttivi, dove necessario anche con l’implementazione del personale“.

Ma come siamo arrivati a questo punto? Dopo due anni (e più) di pandemia in cui i viaggi sono stati pressoché fermi, le persone hanno voglia di muoversi e per farlo devono necessariamente rinnovare i documenti scaduti. Per cui c’è stato nell’ultimo periodo un intensificarsi delle richieste di rinnovo che ha intasato gli uffici. “Le ragioni del caos attuale – spiega il presidente nazionale di Assoviaggi Gianni Rebecchi – sono la somma di nuove richieste e di quelle arretrate a causa del Covid. Adesso però occorre trovare una soluzione che non può essere quella degli Open Day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della pubblica amministrazione: serve maggiore efficienza informatica che nel caso di documenti personali deve seguire l’esempio dell’anagrafe nazionale digitale, via maestra del miglioramento dei servizi ai cittadini in un Paese europeo”.