“Nuovi Ogm”, il fronte delle associazioni bio, ambientaliste e contadine: no alla pdl del M5S

La proposta di legge del M5S per accelerare le procedure per l’emissione in pieno varietà campo di varietà vegetali ottenute in laboratorio con tecniche di modificazione del genoma (genome editing) ha scatenato una furiosa protesta di decine di realtà dell’agricoltura, sindacali, ambientaliste. Aiab, Legambiente, Wwf, Greenpeace, Federbio, Slow Food, Crocevia, Usb, Isde, Terra! e altri sono attaccano la proposta: “A un anno dal tentativo di sdoganare i nuovi OGM attraverso i decreti dell’allora Ministra Bellanova, il Fronte Italia libera da Ogm denuncia l’ennesimo attentato all’agricoltura italiana, questa volta da parte del Movimento 5 Stelle, che ieri ha presentato alla Commissione Agricoltura della Camera una nuova proposta di legge sulle – da loro definite – tecniche di evoluzione assistita (TEA), ma che non sono altro che le New Breeding Techinques (NBTs) ovvero i cosiddetti ‘nuovi Ogm'”.

La sentenza della Corte Ue

Le associazioni ricordano che la corte di Giustizia Europea, con una sentenza esecutiva del 2018, ha equiparato agli Ogm tradizionali. “Durante la conferenza stampa – continua il comunicato – i prodotti delle NBTs sono stati definiti dai promotori della proposta di legge come non equiparabili agli Ogm, mentre è oggettivo, anche in base alla normativa europea, che debbano essere classificati e regolati come tali. La maggior parte degli argomenti che i deputati portano a sostegno della necessità di deregolamentare i nuovi Ogm si ritrovano nelle linee guida per la comunicazione diffusa dall’International Seed Federation (ISF): la campagna promozionale “Building on Success”, condotta negli ultimi cinque anni dall’industria sementiera, batte infatti su alcuni punti chiave, su tutti il tentativo di equiparare manipolazione di laboratorio e mutazioni spontanee che avvengono in natura“.

Gli effetti collaterali

Un’altra argomentazione è che queste biotecnologie rappresentino una risposta per l’agricoltura alle prese con la crisi climatica. Secondo le associazioni ambientaliste, “La realtà però dimostra che l’editing del genoma – in modo diverso rispetto alle mutazioni che avvengono in natura – può generare molteplici cambiamenti del Dna con un unico intervento. Di qui i preoccupanti effetti collaterali di queste biotecnologie: mutazioni off target, delezioni, riarrangiamenti e inserzioni non desiderate di Dna non sono l’eccezione, ma la regola del genomeediting. Il problema, denunciato da più parti, è che gli effetti fuori bersaglio non vengono studiati né cercati con rigore scientifico per la fretta di brevettare i prodotti o i processi di creazione di questi nuovi Ogm”.

“La politica risponde alla pressione dell’agroindustria”

Secondo le associazioni ambientaliste “Ci troviamo di fronte a una politica che risponde alle pressioni dell’agroindustria, accettando una scienza che rinuncia al rigore e al metodo, saltando passaggi doverosi per aprire all’industria nuovi spazi di profitto attraverso brevetti e privative. Inoltre questa iniziativa legislativa arriva nella totale assenza di un confronto pubblico sul tema dei nuovi Ogm con le organizzazioni contadine, le associazioni dell’agricoltura biologica e ambientaliste, mentre ampio spazio viene concesso alle organizzazioni professionali agricole e alle associazioni sementiere, che chiedono di poter coltivare in campo gli Ogm, ignorando totalmente il principio di precauzione, le norme europee in vigore e il volere dei cittadini italiani, in grande maggioranza contrari alla produzione e al consumo di prodotti OGM”.

“Il M5S ritiri la proposta”

Le organizzazioni contadine, ambientaliste e della società civile non negano inoltre l’importanza del legame tra ricerca di base e ricerca applicata, ma questa deve essere slegata da interessi particolari. La richiesta è che il Movimento 5 Stelle ritiri la proposta di legge e che il governo si impegni a individuare modalità efficaci per tracciare questi nuovi OGM che, ad oggi, rimangono in una zona grigia e sono quindi ancora più insidiosi degli OGM tradizionali, se non si prendono le disposizioni necessarie per controllarli, nel rispetto della sentenza della Corte di giustizia europea.

 

Copagri plaude alla Pdl

Intanto, sull’altro fronte, il presidente della Copagri Franco Verrascina, plaudendo alla Pdl, dichiara: “Per coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, andando in tal modo a raccogliere i recenti orientamenti comunitari, non si può prescindere dalla ricerca e dall’innovazione agricola, con particolare riferimento al miglioramento genetico, tenendo sempre bene a mente che senza la genetica e tutto quello che ne consegue con il genome editing, ovvero le Tecniche di evoluzione assistita-TEA, sarà impensabile raggiungere la tanto decantata rivoluzione green o produrre utilizzando minori quantità di carburanti, fertilizzanti e agrofarmaci”.