Cartello Roche-Novartis: la Toscana chiede 43 milioni di euro

La Regione Toscana intraprenderà un’azione legale di tipo civile nei confronti delle aziende farmaceutiche Roche e Novartis, per avere un risarcimento di oltre 43 milioni, peraltro già richiesto con una diffida inviata alle due aziende nel febbraio scorso, per la vicenda dei farmaci Avastin e Lucentis, per la cura di una patologia oculistica, la degenarazione maculare senile. Lo ha annunciato stamani il presidente Enrico Rossi. La decisione della Regione, a seguito di due sentenze del Consiglio di Stato, che confermano la sanzione di oltre 180 milioni comminata dall’Antitrust alle due aziende.

La vicenda risale al febbraio 2014, quando l’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) aveva deliberato che le società Roche e Novartis avevano posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, in violazione della normativa antitrust comunitaria, al fine di favorire, con mezzi e finalità illecite, l’uso esclusivo nelle aziende sanitarie del più costoso farmaco Lucentis (550 euro a iniezione), scoraggiando l’impiego del più economico Avastin (20-30 euro a iniezione); l’AGCM aveva sanzionato le due società con oltre 180 milioni di euro (90 milioni ciascuna). Le ditte avevano fatto ricorso al Tar del Lazio, che lo aveva respinto. Analogo pronunciamento da parte del Consiglio di Stato e della Corte di giustizia europea. Ora il Consiglio di Stato ha emesso due sentenze che confermano la sanzione dell’Antitrust (184 milioni) per Novartis e Roche.

Nel febbraio 2019, la Regione Toscana aveva inviato alle due aziende farmaceutiche una richiesta di risarcimento danni-diffida per complessivi 43 milioni (oltre 39 per danno patrimoniale e quasi 4 per danno non patrimoniale), specificando anche l’IBAN della Regione sul quale fare il versamento (o, in alternativa, gli IBAN di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie). Versamento che però non è mai stato fatto. Ora, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, la Regione intraprenderà l’azione legale.

“Il pronunciamento del Consiglio di Stato ci conforta, e conferma il quadro di un danno al servizio sanitario – ha detto il presidente Rossi – Per questo ho dato mandato alla nostra avvocatura di intraprendere un’azione legale di tipo civile perché queste due aziende ci rifondano, per danno patrimoniale e non. Sono assolutamente convinto – ha commentato – che l’industria farmaceutica sia importantissima in un Paese, senza l’industria farmaceutica che investe, non ci sarebbero ricerca e miglioramento delle cure. È giusto quindi che la ricerca vada finanziata. Ma è altrettanto giusto combattere quelle situazioni di monopolio, da cui le aziende traggono vantaggio, a danno del servizio sanitario. Laddove è possibile, a parità di efficacia, usare il farmaco che costa meno, va usato quello”.

“In fondo – ha ricordato infine Rossi – questa vicenda non è molto diversa da quella, recente, dei farmaci oncologici che non si trovano: quando si introduce sul mercato un farmaco nuovo, che costa di più, non si trovano più quelli vecchi, che costano meno, ma hanno uguale efficacia

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