Fluorochinoloni, la storia di Tiziana: “Io, rovinata da un farmaco ancora in vendita”

Dopo il ritiro dell’antibiotico Ec per effetti collaterali gravi, il gruppo farmaci di chinoloni e dei fluorochinoloni, l’Agenzia italiana per il farmaco aveva risposto al Salvagente che per quanto riguarda i primi, tutti i prodotti destinati al consumo umano sono stati ritirati, mentre i fluorochinoloni al contrario: rimangono un’importante opzione terapeutica nei pazienti in cui non siano efficaci o tollerate altre terapie, nonostante il rischio molto raro di reazioni avverse di lunga durata, invalidanti e potenzialmente irreversibili”.

La storia di Tiziana

Tra quelli tuttora in vendita c’è anche il Prixar della Sanofi Spa, il cui principio attivo èla  Levofloxacina Emiidrato. E proprio riguardo questo farmaco, Tiziana Stefanelli di Fano, ci racconta la sua storia di sofferenze durata anni: “Nel 2004 per una bronchite mi è stato dato Prixar, e da quel momento la mia salute non è stata più la stessa sino ad oggi. Io allora non prendevo farmaci non omeopatici da più di dieci anni, ma in quel caso avevo bisogno di guarire in fretta e mi sono fidata del medico che mi ha prescritto un ciclo di cinque giorni. Al terzo antibiotico sono caduta a terra sulle ginocchia. Ho iniziato ad avere confusione mentale tanto da non fidarmi di guidare la machina da sola, restare a casa da sola, nel concreto, la mia testa la sentivo come ovattata , fischiante, non lucida, caldissima. Un paio di giorni dopo anche il corpo ha iniziato a diventare torpido: confusione mentale e difficoltà di rimanere in piedi, tremore alle mani, non potevo tenere un bicchiere d’acqua che fuoriusciva, e alle gambe”.

I medici minimizzano

Nel tempo, nonostante i dottori cui si rivolge, secondo quanto riporta Stefanelli, non associno mai i problemi al farmaco, e in alcuni casi sminuiscano, continuano i problemi di salute per Tiziana: insensibilità delle mani e dei piedi (“se con le mani mi avvicinavo al fuoco di cucina mi bruciavo e capivo che mi stavo bruciando le punte delle dita dal puzzo di carne bruciata”); insensibilità della pianta dei piedi (“per quasi 3 anni, ho camminato appoggiata con la mano al muro per guardarmi i piedi e metterli uno avanti l’altro perché non sentivo il pavimento”); vertigini, in alternanza a stati più deboli e più forti; grande spossatezza fisica con necessità di dormire a lungo più volte durante il giorno; problemi di controllo della mandibola; problemi con la memoria e di digestone.

Effetti collaterali pesanti

Considerando che i malesseri insoliti per la signora Stefanelli sono durati circa tre anni, è impossibile tracciare la linea tra quelli associabili direttamente all’assunzione del farmaco e quelli dovuti al forte stress psicofisico dovuto al trovarsi in quella situazione difficile. Anche se va detto che tutto quello raccontato dalla signora rientra tra i possibili effetti collaterali del farmaco inseriti nel foglietto illustrativo, alcuni definiti “rari ” altri “molto rari”.  Alcune parti del racconto, in effetti, impressionano: “Dovetti smettere per sempre di fare attività sportiva – continua Tiziana – premetto: avevo un personal coach che conosceva da anni il mio corpo, il mio stato di salute, le mie prestazioni in quanto a velocità, forza, resistenza, fiato, elasticità, a 40 anni avevo un fisico perfetto e con prestazione di una 30enne agonista. Dall’assunzione non uscii per 2 mesi da casa, quando andai da lui mi fece provare a fare esercizi comunissimi , alla fine mi disse che le mie prestazioni rasentavano un corpo di una persona di 60 anni. Facevo 5 sport a settimana: tai box, capoeira, nuoto, bici da strada, Body building”.

I problemi al tendine

Tiziana Stefanelli racconta che un farmacista a cui aveva spiegato lo stato in cui si trovava nei primi tempi commentò: “Deve ritenersi fortunata, ci sono persone che dopo aver assunto questo farmaco  subiscono la rottura del tendine e hanno difficoltà a deambulare”. La signora non ha mai denunciato né il dottore che le aveva prescritto il farmaco né la casa farmaceutica produttrice. Adesso fa parte del gruppo facebook “Fluorochinoloni – Gruppo di Supporto per i Danneggiati da Antibiotico” e si sta confrontando con gli altri per capire se sia possibile avviare una class action riguardo i danni subiti da farmaci dei chinoloni e dei fluorochinoloni. 

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“Cosa pensano di fare per i danneggiati?”

Luca Emme, moderatore del gruppo dice al Salvagente: “Dalle numerose storie raccolte è evidente che non è così semplice come pensa l’Aifa. Questa cosa sta sfuggendo ai controlli perché essendo spesso i sintomi ritardati non la collegano, molti questo tipo di farmaco lo prendono più volte senza problemi e poi si ritrovano nei guai. E poi resta una domanda: Per chi è danneggiato cosa pensano di fare?”

La raccomandazione dell’autorità tedesca

Intanto, l’Agenzia del farmaco tedesca ha raccomandato ai medici e ai pazienti di limitare la prescrizione e l’assunzione di antibiotici contenenti fluorochinoloni, in attesa che la Commissione europea si esprima con una posizione definitiva.