Ceta, arriva in Senato il trattato con il Canada. Ambientalisti: “Porterà nuovi pesticidi, va fermato”

È una chiamata alle armi, quella delle associazioni che si battono da tempo contro i trattati internazionali che rischiano di abbassare l’asticella dei diritti degli europei: domani, 22 giugno, infatti, è prevista la discussione e l‘approvazione in Senato del Ceta, l’accordo con il Canada che ricalca per tipologia il ben più famoso Ttip, che riguardava gli Stati Uniti e si è arenato proprio grazie alle proteste di tanti. I primi di giugno il Consiglio dei Ministri italiano ha presentato un disegno di legge per la ratifica del Ceta da parte dell’Italia, già approvato dal Parlamento europeo. Secondo i Verdi, questo trattato “porterebbe, solo al Belpaese , un aumento delle esportazioni per circa 7.3 miliardi di dollari canadesi (per altro una cifra non così rilevante all’interno dell’economia italiana). Ma a quale prezzo?”.

I rischi ambientali

Il partito ambientalista espone alcuni punti molto critici: “Parlando di economia e di imprese, i marchi tipici europei vengono sì tutelati, ma come controparte dal Canada inizieranno ad arrivare prodotti simil-equivalenti a costi molto inferiori che: a) non rispettano gli standard produttivi di qualità previsti dalle leggi UE – frutto di molte battaglie sugli OGM etc etc. -; b) sul mercato verranno immessi prodotti a prezzi molto bassi che arrecheranno un danno alle Pmi, che sono il centro di moltissime economie europee, in primis dell’Italia”. E anche dal punto di vista ambientale, il rischio è quello di far entrare altamente dannose nei territori europei, come pesticidi ad oggi vietati (un esempio è il glifosato, tutt’ora al centro di una moratoria per l’utilizzo in Italia). Ma non solo: potrebbero essere importate le “tar sands”, le sabbie bituminose composte da petrolio, acqua e argilla, secondo The Guardian,  ” uno dei combustibili fossili più pericoloso per l’ambiente, la cui maggior parte delle estrazioni avvengono nella regione di Alberta, in Canada”.

 

La lettera della campagna Stop-Ttip

Per questo la campagna Stop Ttip Italia ha inviato una lettera ai parlamentari italiani per chiedere loro di fermare la ratifica del Ceta. L’ampio cartello di organizzazioni che comprende Coldiretti, Cgil, Arci, Acli Terra, Greenpeace, Legambiente, Slow food, Adusbef, Federconsumatori, Movimento consumatori e Fairwatch ha lanciato un tweetstorm contro il trattato con il Canada, i cui effetti negativi sono riassunti in un apposito dossier.