Brexit, i tassi sui mutui saliranno

I tassi bassissimi sui mutui potrebbero essere presto solo un ricordo. Tra le conseguenze della Brexit ci sarà probabilmente un indebolimento dell’euro che annullerà le misure della Bce per incoraggiare i consumi e il mercato immobiliare, ma di contro i paesi manifatturieri dell’Ue, tra cui l’Italia, potranno aumentare le esportazioni, grazie alla moneta debole. Questa è la lettura del referendum britannico sull’uscita dall’Europa da parte dell’economista Ugo Arrigo, economista e docente all’Università Bicocca di Milano, intervistato dal Test Salvagente, che appare meno ottimista del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, secondo cui “Il governo le istituzioni europee sono nella condizioni di garantire con qualsiasi mezzo la stabilità del sistema finanziario e la sicurezza dei risparmiatori”.

Gli italiani devono avere paura della Brexit?
È più facile l’analisi politica di quella economica, perché in realtà si tratta di effetti attesi. Anche ammesso che persista nell’idea dell’uscita, quanto ci metterà la Gran Bretagna? Dovranno cambiare i trattati, contrattare le condizioni del divorzio, ci vorrà un governo inglese di piena efficacia, e quindi nuove elezioni perché Cameron si è dimesso, ci saranno tendenze secessioniste probabilmente di Irlanda del Nord e Scozia. Presumo non meno di un anno.

Che succede ai mercati finanziari europei?
Instabilità e incertezza, e quindi maggiori volatilità sui mercati e probabilmente anche aumento di tassi di interessi. Effetti come aumenti dei rendimenti e anche di spread dei paesi problematici, non mi aspetto che quello italiano rimanga così. L’Europa diventa più incerta nel suo complesso, ma i paesi più deboli diventano ancora più incerti.

Quali contraccolpi per l’euro?
Ovviamente l’euro sarà ritenuta una moneta più rischiosa rispetto a prima. Mi aspetto un deprezzo rispetto all’euro, e quindi che gli operatori internazionali per mantenere i loro investimenti espressi in euro, chiedano dei rendimenti più alti. Se la Gran Bretagna avesse avuto l’euro invece della sterlina, le conseguenze sarebbero state più pesante.

Ma la Brexit potrebbe spingere al divorzio anche paesi nell’area euro
Come l’Olanda. Ogni referendum aggiuntivo è un’incertezza in più sull’Europa e sull’euro. Ci sarebbe una tendenza al deprezzamento dell’euro e quindi un costo del debito italiano più alto. Quindi, una maggiore remunerazione del risparmiatore, però ovviamente maggiore onerosità per chi deve indebitarsi

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Anche questa volta possiamo sperare in un soccorso della Bce?
Ha fatto politiche monetarie profondamente espansive, così immagino che a maggior ragione le prosegua, però l’efficacia si è rivelata limitata. Le banche centrali possono in qualche modo contrastare le tendenze dei mercati, però chi ha più potere sono i mercati. Mi aspetto che la Bce abbia più difficoltà a mantenere i tassi bassi e a far politiche espansive efficaci per contrastare spostamenti da una moneta all’altra.

Ci sono aspetti positivi della Brexit per l’Italia?
Con l’euro più debole sicuramente si può esportare meglio. A vantaggio dei paesi manifatturieri, ovviamente di più per la Germania che il maggior esportatore.

Berlino non soffrirà come il resto d’Europa?
Di fatto questa cosa qui avvantaggia economicamente la Germania che diventa il caposaldo dell’Europa che resta. Con le tendenze centrifughe della Gran Bretagna e dei paesi ad alto reddito come quelli nordici, con i nazionalismi, i populismi francesi, la debolezza politica spagnola, chi si rafforza è l’unico Paese che rimane saldamente europeo. Diventa alla fin fine l’ultimo pilastro d’Europa.

Se fosse così, le polemiche continue con la Germania non sono la strategia migliore per l’Italia
A questo punto conviene rimanere agganciati alla Germania, la conflittualità dell’Italia deve attenuarsi, nel caso avessimo bisogno di loro. Rafforziamo il vecchio europeismo. Col debito pubblico così consistente come quello che abbiamo non possiamo permetterci rischi per lo spread come quello del 2011.  Dovremo essere però anche molto più solidi nel rafforzamento della nostra finanza pubblica, cosa che invece il governo non ha fatto.

Perché?
Perché si è adagiato sul basso tasso d’interesse, sullo status quo. Abbiamo approfittato del fatto che dopo un inverno molto rigido è arrivata una debole primavera economica e allora siamo ritornati a fare le cicale.  Non possiamo permetterci incertezza politica, se questo Governo non crescerà più bisognerà che qualcuno se ne inventi un altro rapidamente, senza soluzione di continuità, senza elezioni, e poi bisogna essere molto decisi a rimanere ancorati all’Europa. A questo punto per noi l’euro diventa veramente essenziale. E mi fa piacere che anche i grillini si siano convertiti in questo senso. L’euro è oggi il miglior alleato dell’Italia e dei risparmiatori.