Zero zucchero, più diabete. Lo studio che accusa gli edulcoranti

EDULCORANTI
No sugar text on can of soda

Non solo non funzionano nella riduzione di peso ma, paradossalmente per sostituti dello zucchero nati per chi aveva il diabete, gli edulcoranti possono presentare a lungo termine un rischio di diabete di tipo 2 e di obesità. Lo studio francese su 100mila adulti

I dubbi – sempre più certezze, per la verità – sugli edulcoranti non sono una novità: prima gli studi dell’Istituto Ramazzini, poi le conclusioni dell’Oms avevano già messo in evidenza rispettivamente i rischi e la scarsa utilità di sostituti dello zucchero sempre più presenti in quella marea di alimenti che amano definirsi senza zuccheri.

Ora un ampio studio di coorte francese, condotto su circa 100.000 adulti appartenenti alla coorte denominata NutriNet-Santé, hanno suggerito un rischio maggiore a lungo termine di diabete di tipo 2 e obesità.

La favola dimagrante

Nella pratica, il consumo regolare e prolungato di edulcoranti “intensi” non ha dimostrato alcun beneficio. Tuttavia, creano un’abitudine al gusto dolce e, a lungo termine, non si esclude che il loro consumo possa esporre a conseguenze dannose.

Gli edulcoranti sono additivi alimentari che conferiscono un gusto dolce agli alimenti, sostituendo gli zuccheri alimentari come il saccarosio. Tra questi, gli edulcoranti detti intensi, presenti soprattutto nelle bevande, nei prodotti lattiero-caseari e nei sostituti dello zucchero alimentare, vengono proposti come aiuto per la perdita di peso e per il controllo della glicemia nei pazienti diabetici. Gli edulcoranti “intensi” sono sostanze molto varie, di origine vegetale o sintetica. Tra questi troviamo: acesulfame K, advantame, aspartame, ciclamato, neotame, saccarina, glicosidi di steviolo estratti dalla pianta stevia, sucralosio.

Meta-analisi di studi clinici randomizzati hanno mostrato che un forte consumo di edulcoranti “intensi” aveva un effetto dimagrante nullo o minimo (perdita di peso inferiore a 1 kg) rispetto a un’assenza o a un basso consumo di edulcoranti “intensi” o a un consumo di zuccheri alimentari.

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Il rischio diabete (e non solo)

I risultati dello studio francese, come anticipato, suggeriscono nei consumatori di edulcoranti un rischio maggiore  di diabete di tipo 2 e obesità. Questi risultati sono coerenti con quelli di due meta-analisi di studi di coorte condotti su consumatori di bevande contenenti edulcoranti “intensi” (13 studi) o di bevande o dessert che li contengono (2 studi).

I rischi di insorgenza di diabete o di malattie cardiovascolari (tra cui ictus e ipertensione arteriosa) e la mortalità per tutte le cause sono sembrati maggiori tra le persone che consumano edulcoranti “intensi” rispetto a chi non ne consuma o ne consuma poco.

Altre accuse all’aspartame

Il rischio complessivo di tumori è sembrato maggiore tra gli adulti che consumavano grandi quantità di edulcoranti “intensi” rispetto a chi ne consuma poco o per niente. Questo rischio è stato identificato in particolare con l’aspartame (maggiore rischio di cancro al fegato) e con la saccarina (maggiore rischio di cancro alla vescica).

Per le persone diabetiche o in sovrappeso, e anche al di fuori di queste situazioni, invece di sostituire lo zucchero alimentare con edulcoranti nella speranza di perdere peso o ridurre il rischio di diabete, sembra più appropriato, spiegano gli esperti di Prescrire, Ong di medici eicercatori francesi, ridurre il consumo di bevande e alimenti contenenti zucchero alimentare e preferire sin dall’infanzia bevande non zuccherate e alimenti naturalmente dolci come la frutta.