I carabinieri del Nas coordinati dalla Procura di Pesaro Urbino hanno sequestrato 200 tonnellate tra latte e formaggi adulterati in un caseificio di Fattorie Marchigiane, del gruppo TreValli Cooperlat. Il sospetto è che fosse usata anche materia prima contaminata da antibiotici e aflatossine. L’ipotesi di reato è frode alimentare
Latte inacidito corretto con acqua ossigenata o soda caustica prima di essere utilizzato per la produzione di formaggio. Ma c’è anche il sospetto che venisse impiegata materia prima contaminata da aflatossine o con alte concentrazioni di antibiotici. I carabinieri del Nas di Ancona e agenti dell’Ispettorato Repressioni frodi del ministero delle Politiche agricole, lunedi 15 aprile, coordinati dalla Procura di Pesaro Urbino, hanno sequestrato a Colli al Metauro in un caseificio di Fattorie Marchigiane, del gruppo TreValli Cooperlat, 90 tonnellate di latte e di 110 di formaggi adulterati, oltre che circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti, per un valore complessivo di oltre 800mila euro.
I controlli sono scattati a seguito delle indagini a carico di 10 persone e 3 società . Nel corso del blitz, effettuato dai carabinieri insieme a più di 60 ufficiali di polizia giudiziaria, sono stati sequestrati interi vani di conservazione, celle frigo e prodotti scaduti. I pm, che ipotizzano il reato di frode alimentare per l’adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo e la commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute, ritengono che nel circuito produttivo del latte e dei derivati venissero immesse regolarmente delle sostanze adulteranti, come soda e acqua ossigenata, in grado di “mascherare” il cattivo stato di conservazione dei prodotti e poterli così immettere nel circuito della Grande distribuzione e della vendita al dettaglio.
Il latte sarebbe stato conservato in silos per giorni, per abbatterne la carica batterica, mascherarne l’acidità ed evitare che le analisi di laboratorio ne rivelassero l’alterazione, veniva utilizzata la soda caustica. Una sostanza, come l’acqua ossigenata, non ammessa nella lavorazione del latte e altamente volatile, tale quindi da non essere facilmente identificata in caso di controlli sanitari.
L’impiego fraudolento di queste sostanze serve a correggere l’acidità del latte avariato e per abbassarne la carica batterica. Il sospetto è che una volta “corretto” questo latte tornasse nel circuito produttivo invece di essere distrutto. All’attenzione degli inquirenti inoltre ci sarebbe anche l’uso di latte non conforme perché contaminato da aflatossine, “funghi” che attaccano il foraggio con il quale vengono alimentate le bovine da latte, oppure perché presentava livelli di farmaci antibiotici superiori al limite di legge consentito. Per tutti questi motivi quindi non si possono escludere problemi di salute per i consumatori.
Le cooperative del mondo TreValli, terzo gruppo lattiero-caseario italiano, non sono nuove a finire nel mirino degli inquirenti. Due anni fa, nel febbraio 2022, tocco alla cooperativa Sibilla di Amandola dove scattò un’operazione del Nas coordinati dalla Procura di Ascoli Piceno perché si scoprì che veniva aggiunta acqua al latte che poi finiva nelle mozzarelle. L’indagine partì sulla segnalazione di un perito agrario addetto ai controlli per conto della TreValli, Daniele Seniga, che nel marzo 2021 durante un normale controllo ha scoperto l’aggiunta fraudolenta di circa 500 chili di acqua su un carico di circa 11mila chili di latte. L’addetto ai controlli dopo la denuncia, come raccontò al Salvagente, fu esonerato dall’incarico.
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I nuovi fatti di cronaca giudiziaria sembrano tuttavia avere un innesto con la denuncia di due anni fa e, le indagini tuttora in corso, potrebbero aprire nuovi scenari.
Sulla questione è intervenutoanche il ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida: “Ringrazio il nostro Ispettorato centrale per i controlli serrati portati avanti ogni giorno sul nostro territorio, a difesa dei produttori e delle persone che acquistano, l’Icqrf, insieme ai Nas dei Carabinieri, ha contribuito a portare a segno un’importante operazione, nel solco dell’impegno contro ogni tipo di contraffazione e di inganno sui prodotti agroalimentari italiani. Qualità , benessere e sicurezza sono elementi di forza del Made in Italy”.