Mense scolastiche, la classifica delle migliori. Sud quasi assente

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Presentato l’8° Rating dei menù scolastici, l’indagine annuale di Foodinsider che fotografa lo stato della mensa e ne traccia l’evoluzione. Fano, Cremona e Parma sempre in testa ma capaci di migliorare ulteriormente. Sud grande assente, con solo la Puglia che offre qualità con Lecce, Brindisi e Bari che eccelle per il biologico.

Presentato l’8° Rating dei menù scolastici, l’indagine annuale di Foodinsider che fotografa lo stato della mensa e ne traccia l’evoluzione. Fano, Cremona e Parma sempre in testa ma capaci di migliorare ulteriormente. Ottimi anche i menù di Jesi, Sesto Fiorentino, Rimini, Ancona, Bergamo, Perugia e Mantova. Sud grande assente, con solo la Puglia che offre qualità con Lecce, Brindisi e Bari che eccelle per il biologico.

Secondo i dati dell’anno scolastico 2022/23, continua il trend di miglioramento delle mense scolastiche iniziato nel 2022, dopo la fine del Covid. Migliora un Comune su tre. Un cambiamento positivo atteso dopo lo scioglimento definitivo dei vincoli post Covid, ma che è anche l’effetto dell’applicazione della nuova legge che disciplina le gare d’appalto del servizio di ristorazione scolastica.

Il risultato è spesso riscontrabile in menù più equilibrati, a minore impatto ambientarle, con i legumi che aumentano e diventano un secondo piatto in un terzo dei menù analizzati, riduzione della plastica, più prodotti locali e di origine biologica. I cibi processati, invece, crescono del 6%.

Secondo il report, “Il problema dello scarso consumo di cibo in mensa è la questione principale da risolvere. Ci sono troppi bambini che ‘rifiutano il cibo a priori’ (il 35% dei casi secondo i dati del nostro sondaggio), mentre hanno ‘paura di assaggiare nuovi piatti’ il 31%; solo il 14% sembra ‘mangiare con gusto’”.

La top ten della classifica

Numero uno rimane Fano, seguito da Cremona e Parma, una triade di Comuni virtuosi che ogni anno sembra fare meglio. Molto vicini per qualità ed equilibrio sono i Comuni di Jesi, Sesto Fiorentino, Rimini, Ancona, Bergamo, Perugia e Mantova. ‘Il legame con il territorio è uno dei focus dell’indagine di quest’anno’ dichiara Claudia Paltrinieri, la Presidente di Foodinsider, “perché abbiamo voluto dimostrare come la mensa sia già una leva di sviluppo del territorio da cui si rifornisce restituendo ricchezza”.

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Il legame con il territorio

Dall’analisi emerge che un buon 29% delle mense del campione analizzato è ben radicato sul territorio da cui si rifornisce con più di 10 prodotti locali a settimana e un 13% che ne acquista almeno 5.

Le best practice

Tre le best practice di cui si parla nel report dell’8° Rating: la mensa scolastica gestita dal comitato genitori di Faedis, che da più di 2O anni si occupa degli acquisti, in prevalenza di biologico, da produttori locali; la mensa del Comune di Fano, che non a caso è conosciuto come la ‘città dei bambini e delle bambine’ e da tre anni è in cima alla classifica. La terza realtà virtuosa si chiama Laore, l’agenzia per lo sviluppo rurale della Sardegna, che da più di 10 anni ha avuto mandato dalla Regione per sviluppare progetti di formazione degli insegnanti, tavoli di lavoro sulla mensa per i Comuni e introducendo un nuovo soggetto a supporto dell’educazione dei bambini: la rete delle fattorie didattiche.

Quello che manca

“Per sostenere i Comuni in questo processo di miglioramento mancano ancora dei tasselli che potrebbero potenziare il ruolo di motore di sviluppo della mensa per la comunità e il territorio” continua Paltrinieri, “più cucine dentro o vicino alle scuole, un monitoraggio sistematico degli scarti, continui percorsi di formazione degli insegnanti e di educazione dei bambini e delle famiglie”.

L’appello internazionale degli esperti

Secondo una coalizione di esperti, i bambini di tutta Europa devono ricevere almeno un pasto scolastico nutriente e salutare al giorno se i governi vogliono contrastare l’aumento dei tassi di obesità, prevenire le malattie croniche e ridurre le disuguaglianze sociali. A dirlo è il progetto SchoolFood4Change, il cui membro Peter Defranceschi, ha dichiarato al Guardian: “Penso che quando si dice che ogni bambino ha bisogno di ricevere un pasto scolastico sano ogni giorno – che sia ricco, povero, in un quartiere disagiato o altro – si tratta di una standard minimo che avrebbe molto senso in Europa.