Ancora oli minerali nel burro: il test svizzero

BURRO

La rivista svizzera dei consumatori “Kassensturz” ha testato numerosi panetti di burro e ha scoperto che tutti erano contaminati da olio minerale. E non si tratta del primo test che denuncia l’inquinamento da Mosh e Moah in questo alimento.

Nel novembre scorso era stata la rivista tedesca OkoTest a segnalare queste presenze, ora tocca ai colleghi elvetici che hanno inviato in laboratorio 13 panetti di burro, acquistati, tra gli altri, da Aldi, Lidl e Migros in Svizzera. I prodotti  sono stati poi esaminati, trovando oli minerali in tutti i prodotti.

I residui trovati provenivano dal gruppo degli idrocarburi saturi di olio minerale (MOSH), che si accumulano nel tessuto adiposo umano, ma anche nei linfonodi o in vari organi. Non è ancora noto se e quali effetti a lungo termine tali accumuli di MOSH possano avere nel nostro corpo, ma una cosa è chiara: si tratta di molecole indesiderabili nei nostri piatti.

I valori trovati in Svizzera

I tester svizzeri hanno riscontrato concentrazioni di oltre 22 milligrammi di MOSH per chilogrammo di grasso del latte in cinque dei 13 prodotti esaminati (compreso il Milbona della Lidl e il Floralp della Aldi, gli unici due campioni venduti anche in Italia) mentre un valore inferiore è stato rintracciato in otto prodotti. Il limite di 22 mg/kg si basa sul valore orientativo dell’Associazione alimentare tedesca dato che non esistono valori limite legali per l’olio minerale negli alimenti.

L’unico gruppo di queste sostanze per il quale la Ue ha proposto un valore guida, non ancora legalmente vincolante, è quello degli idrocarburi di oli minerali aromatici (MOAH).

Le indagini della televisione svizzera confermano ciò che il burro che arriva sul mercato in Europa è spesso contaminato da alti livelli di olio minerale (soprattutto con MOSH, ma in qualche caso anche MOAH).

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Ma il burro non è il solo alimento che rischia la contaminazione da oli minerali. Nei test del Salvagente, per esempio, abbiamo trovato tracce di idrocarburi saturi di oli minerali in 20 merendine al cioccolato su 29: da 0,50 a 129 mk/kg.

E recentemente Il ministero della Salute ha comunicato il richiamo di un lotto delle patatine Viva Chips Paprika style per presenza di questi oli.

Cosa sono Mosh e Moah

 

Per Mosh e Moah si intendono due abbreviazioni che indicano due differenti gruppi di composti chimici presenti negli oli minerali. “Mosh” sta per acronimo inglese di Mineral Oil Saturated Hydrocarbons (idrocarburi di olio minerale saturo). Per Moah si intende il corrispettivo inglese Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons (idrocarburi di olio minerale aromatico). In comune hanno l’allerta, per di più silenzioso, che hanno sollevato nell’industria alimentare, per di più impreparata ad affrontarne il contenuto e la possibilie pericolosità sulla salute dei consumatori. Il timore è che, come è successo per altri contaminanti si arrivi a una limitazione che potrebbe sconvolgere i mercati.

 

Un problema sottovalutato

 

Questi due idrocarburi degli oli minerali non dovrebbero essere mai presenti negli alimenti destinati ai bambini. Inoltre, se è vero che da un punto di vista strettamente normativo i prodotti analizzati dal test non possono essere definiti “baby food”, ossia cibi destinati alla prima infanzia, è pur vero che i principali consumatori di questi alimenti sono proprio i bambini.

Dopo aver effettuato il test, alla redazione de il Salvagente non restava che incrociare i rilievi del test di laboratorio con le indicazioni fissate dall’Autorità tedesca di controllo alimentare degli Stati federali secondo i quali la quantità di Mosh non deve superare i 9 mg/kg. Il risultato è che in 20 snack su 29 fatti analizzare in laboratorio questi idrocarburi saturi di oli minerali erano presenti in quantità variabili da 0,50 a 129 milligrammi per chilogrammo di prodotto, in diversi casi ben oltre le indicazioni dell’Autorità tedesca. Si tratta di spuntini di largo consumo anche tra i bambini e gli adolescenti molto reclamizzati e popolari nel mondo.

Le aziende hanno così risposto come intendono cercare di limitare la presenza di idrocarburi nelle merendine. Ma il problema è che a oggi non esiste una regolamentazione europea che ne fissi i limiti massimi negli alimenti.