Come favorire il ruttino nei neonati

neonati

Il mancato ruttino nei neonati non deve preoccupare. Non sempre è necessario. Invece è importante non trasmettere ansia nei bambini, non forzarli, rispettando i tempi e le abitudini iniziali. Ecco come intervenire anche quando al posto dell’eruttazione si verifica un normale rigurgito.

 

In qualsiasi caso è sempre importante non trasmettere mai ansia e inutili traumi nei bambini lattanti. Il ruttino nei neonati è una di quelle circostanze che spesso mette alla prova i genitori. Risulta perciò utile capire quando serve e come favorirlo. L’Unità Operativa di Pediatria dell’Emergenza Ospedale Bambino Gesù, evidenzia l’importanza dei comportamenti pratici e utili per superare senza stress questa fase.

 

Cos’è il ruttino nei neonati

Durante la poppata il lattante ingerisce, con frequenza, insieme al latte, dei quantitativi d’aria che formano una bolla nello stomaco. Queste “camere d’aria” possono provocare una sensazione di fastidio.

L’eruttazione, ossia l’emissione di aria, è uno sfogo naturale che libera il pancino. Ma che succede se non lo fa? Possiamo mettere ugualmente il bambino in culla, a dormire, anche quando non riesce a ruttare?

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Questi dilemmi attanagliano mamma e papà che in casi frequenti temono di esporre il bambino a dei rischi, procedendo con dei colpi maldestri. In realtà, alcuni esperti sostengono che i colpetti non sono necessari e l’espulsione dell’aria avviene spontaneamente tenendo il lattante in posizione eretta. È buona norma, infatti, proteggersi con un telo o simili dall’eventuale rigurgito che a volte accompagna l’espulsione dell’aria.

Tuttavia, la necessità di spingere il bebè a fare il “ruttino” è ancora oggi una questione controversa, tanto è vero che vi sono scuole di pensiero che la ritengono una pratica inutile e legata più alla tradizione che a una effettiva necessità.

Il Bambino Gesù chiarisce che nelle prime settimane di vita, la nutrizione, al seno o con latte di formula, può creare qualche ansia. Inutile, perché l’eruttazione serve appunto a espellere parte dell’aria che i neonati e i lattanti tendono a ingoiare mentre si nutrono. Soprattutto i bambini allattati artificialmente deglutiscono molta aria e, non riuscendo a espellerla, possono più facilmente andare incontro a coliche gassose e diventare irritabili. (Qui una guida per riconoscere e prevenire le coliche nei bambini). Diciamo che il colpetto, vibrato con moderazione e delicatezza, potrebbe favorire l’espulsione di aria. Ma non è sempre necessario.

 

Come favorire il flato

Per cercare di far espellere l’aria ingoiata in eccesso e favorire il ruttino, la maggior  parte dei pediatri raccomanda alcune pratiche che non comportano rischi. Ecco come fare:

·       Poniamo il bambino in posizione verticale;

·       Appoggiamolo al nostro petto, tenendolo con una mano;

·       Con l’altra mano, possiamo vibrare delle piccole pacche sulla schiena;

·       Per evitare che i rigurgiti, sempre in agguato, finiscano sui vestiti, si raccomanda di tenere appoggiato un asciugamano sulla spalla.

 

Altre manovre alternative

Alcuni pediatri riconoscono l’utilità di altre posizioni alternative. Ecco quali:

·       Possiamo appoggiare il bambino in posizione seduta sulle nostre gambe tenendo una mano sul torace del neonato, sostenendolo ponendo le dita sotto le sue ascelle. A questo punto possiamo dare dei colpetti sulla sua schiena;

·       Oppure possiamo appoggiare il bambino seduto sulle nostre gambe facendo aderire la sua schiena al nostro proprio corpo, dando dei leggeri colpetti con due dita all’altezza del suo stomaco.

Al posto dei colpetti, si può tentare il massaggino.

 

Il colpetto non è sempre necessario

A volte un lattante può apparire molto irrequieto durante tutta la poppata. In questi casi, il medico invita i genitori a sospendere temporaneamente anche 2-3 volte l’allattamento, ed effettuare la consueta manovra per favorire l’eruttazione.

Ma non sempre è necessaria. Per esempio, nei primi 6 mesi di vita è opportuno tenere il bambino in una postura eretta per circa 15 minuti al termine di ogni poppata per favorire il ruttino, senza colpetti. In questi casi si può evitare la manovra, perché l’eruttazione potrebbe avvenire spontaneamente, anche solo occasionalmente.

Il bambino può dormire senza aver ruttato?

Non c’è alcun rischio legato al fatto che il piccolo possa addormentarsi subito dopo aver mangiato, e senza aver liberato l’aria. Il bambino potrà “sgonfiarsi” anche dopo essersi svegliato.

 

E se il bambino non rutta?

La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), con il coordinamento scientifico del dottor Giuseppe Di Mauro e del ministero della Salute, si è espressa in modo chiaro: non c’è un momento preciso per questo rito che conclude il pasto. Molti bambini lo fanno spontaneamente mentre vengono allattati, magari quando cambiano seno o durante una pausa dal biberon. Altri stentano invece a liberarsi dell’aria in eccesso.

Se il ruttino non arriva neanche dopo 5 minuti significa che il bambino non ne ha bisogno. Inutile quindi insistere.

 

Quante volte deve ruttare il bambino?

Non c’è un numero ideale, neppure uno raccomandato. Solitamente da 1 a 5 mei, o 6, il piccolo può ruttare in quantità indefinite. L’eruttazione avviene finché il latte costituisce la parte principale dell’alimentazione. Man mano che l’apparato digestivo matura e che il piccolo viene svezzato, la necessità di fare il ruttino diminuisce, fino a scomparire del tutto.

Perché il bambino rutta

Il ruttino dipende soprattutto dall’alimentazione e anche dalle modalità di allattamento. L’esperto del Bambin Gesù spiega che, crescendo e cambiando la nutrizione, è possibile che il bambino smetta di eruttare così frequentemente. Questo cambiamento non deve destare preoccupazione; è normale, anzi, significa che il nascituro ha imparato a succhiare più voracemente deglutendo meno aria.

 

·       Il ruttino da singhiozzo

Il ruttino potrebbe dipendere anche da altri fattori. Il singhiozzo è uno di questi. Nei primi 2-3 mesi questa condizione è molto frequente, soprattutto dopo la poppata. Tale situazione non deve preoccupare; è un disturbo ben sopportato dal piccolo e che si risolve da solo. Dura pochi minuti e spesso si esaurisce con l’emissione di un ruttino.

Tra le cause scatenanti del singhiozzo si ipotizzano la voracità o l’eccessiva distensione dello stomaco, che può essere evitata attaccando bene il piccolo al seno in modo che con la bocca afferri tutta l’areola mammaria e consentendogli di fare delle pause.

 

·       Le pause tra una poppata e l’altra sono importanti

Il modo in cui avviene l’allattamento al seno può condizionare la digestione del bambino, dunque anche l’eruttazione necessaria per liberare il piccolo stomaco dell’aria in eccesso.

Il latte materno, quando è possibile allattarlo in modo naturale, aiuta già di per sé nella digestione, rinforzando il sistema immunitario in maniera permanente, maturando il sistema nervoso e gli altri organi.

Anche il latte dei primi giorni (il colostro) è particolarmente prezioso per la ricchezza di anticorpi e la rispondenza alle necessità nutritive del neonato in attesa del latte vero e proprio.

La maggior parte dei bambini è pienamente in grado, basandosi sulla propria fame, di succhiare più o meno spesso e più o meno a lungo per ogni singola poppata a secondo delle loro reali esigenze (allattamento a richiesta). Alcuni invece tendono a dormire troppo a lungo, pur essendo sani; in questo caso andrebbero svegliati e stimolati a succhiare, soprattutto nei primi giorni dopo il parto ossia nella fase di avvio dell’allattamento.

Le pause tra una poppata e l’altra sono fondamentali per favorire la digestione e il ruttino. A tal proposito, i medici consigliano di allattare il neonato orientativamente 8 volte al giorno, introducendo delle variazioni (anche fino a 12 e transitoriamente anche oltre). La maggior parte dei bambini allattati esclusivamente al seno però continuano a volere circa 8 poppate al giorno per tutti i primi 6 mesi di vita. Ma questo ritmo può subire variazioni a seconda di altre esigenze di mamma e bebè.

Di fronte a comportamenti alimentari insoliti del bambino sarà opportuno individuarne il motivo, eventualmente avvalendosi di consigli di persone più esperte.

Il bambino va lasciato succhiare da un lato finché ne ha voglia, in modo da ricevere anche la parte più grassa di latte di fine poppata che gli darà la sensazione di sazietà. Infatti, talora potrà bastargli ciucciare da un solo seno oppure potrà voler ciucciare anche dall’altro.

Se si attacca al seno in maniera non corretta e se di conseguenza succhia in maniera poco efficace, possono comparire alla mamma delle ragadi, taglietti dolorosi della pelle del capezzolo. È quindi opportuno che la madre si metta in una posizione comoda, rilassata, senza contratture muscolari nel sostenere il figlio, magari con i piedi un po’ sollevati.

Per garantire un attacco al seno efficiente da parte del bambino, riducendo al massimo l’eventuale trauma al seno materno, sarà utile che:

·       Il corpo del bambino e quello della mamma siano in intimo contatto (pancia a pancia);

·       Testa, torace e gambette siano allineate su un asse;

·       Il capezzolo ed una buona porzione dell’areola della mammella entrino correttamente in bocca al bambino;

·       Il labbro inferiore sia tenuto rovesciato in fuori.

Altri comportamenti invece non favoriscono la digestione e l’eruttazione regolare del piccolo. Non vanno bene, quindi:

·       L’attaccarsi in punta al solo capezzolo;

·       Il succhiare il labbro inferiore;

·       Lo schioccare mentre succhia.

Sono tutti elementi che impediscono una suzione efficiente, favoriscono lo stress e bloccano la regolarità delle poppate, che, ricordiamo, devono essere intervallate da pause e momenti di relax, magari accompagnati da musica o momenti di dolcezza. Ma è importante non incaponirsi qualora il bambino desiderasse continuare a poppare evitando la pausa, preferendo finire il biberon o continuare a restare aggrappati al seno. Ciascun bambino ha le sue piccole abitudini che bisogna rispettare senza imposizioni.

·       L’allattamento con il biberon

In caso di allattamento con il biberon, bisogna verificate che i fori della tettarella non siano troppo grossi perché il bambino potrebbe mangiare troppo velocemente, ingurgitando aria. Ma questo può succedere anche con una tettarella con fori piccoli durante lo sforzo che il piccolo fa per succhiare. A volte sono necessarie diverse prove prima di trovare la tettarella giusta.

L’allattamento artificiale non deve togliere nulla alla naturalezza dei contatti tra mamma e bambino. È importante anche in questa situazione privilegiare la calma, le coccole e il reciproco benessere. La mamma, o il papà che condivide questo momento intimo e intenso, devono essere sistemati in modo comodo, scegliendo una sedia o una poltrona che sostenga bene la schiena, magari con un tavolino o un ripiano su cui avere a portata di mano il biberon, lo scalda-biberon e i bavaglini.

 

Cosa fare in caso di rigurgito

Al posto del ruttino è possibile che il bambino vomiti, motivo per il quale è essenziale un asciugamano anche quando cerchiamo di favorire la fuoriuscita di aria accumulata nel pancino. Per evitarlo, dopo il pasto possiamo sistemare il piccolo in posizione verticale, proteggendo la spalla con un piccolo asciugamano ed evitate di cambiarlo subito dopo la poppata.

È importante non lasciare il bambino seduto nelle seggioline per lattanti (cosiddette infant-seat) perché la posizione infossata può favorire il rigurgito. La stessa cosa può succedere se, per trasportarlo, utilizzassimo il marsupio subito dopo il pasto.

Se il pediatra lo ritiene opportuno, rispetto all’entità e alle caratteristiche del rigurgito, e se il piccolo è allattato con latte formulato, è possibile ricorrere a formule speciali che contengono addensanti, studiate appositamente per limitare questo fastidio.

In genere il rigurgito è un inconveniente che non richiede nessun intervento particolare se il bambino cresce regolarmente. Il pediatra va invece interpellato se questo diventa un vero e proprio vomito con conati prolungati o espulsione “a getto” e se il piccolo manifesta segni di sofferenza, come pianto lamentoso o stato di agitazione persistente.

Così come per il mancato ruttino, non c’è alcun motivo o pretesa di curare il rigurgito, perché solitamente non è un problema di digestione e non è una malattia che possa influire sulla crescita. Un bambino che ha rigurgitato abbondantemente potrebbe significare semplicemente che ha nuovamente fame. In tal caso gli va ridato del latte.

Come per il ruttino, i rigurgiti tendono a scomparire nel tempo, in particolare quando il cibo diventa solido e il piccolo non mangia più sdraiato.