Monini esce da Federolio e fonda una nuova associazione di categoria, Unifol: “Serve più rigore nel settore, organizzeremo un monitoraggio di oli prelevati dagli scaffali dei supermercati, per rispondere agli attacchi che turbano il mercato”. Quello che facciamo noi da anni sull’olio extravergine, senza turbare il mercato. Anzi
È proprio il caso di dirlo: non c’è pace tra gli ulivi. Monini esce da Federolio e fonda una nuova associazione di categoria Unifol, l’Unione italiana famiglie olearie, “perché serve più rigore nel settore“.
Una denuncia molto forte che arriva in un settore da tempo in crisi di identità, scosso da anni da crisi produttive e frodi commerciali (è ancora forte la eco degli scandali del falso extravergine, scoppiati nel 2015 e nel 2020 dopo i test del Salvagente), dove la rappresentanza – e le quote di mercato – sono sempre più frammentarie: a Federolio (ormai a trazione Coricelli) e Assitol-Confindustria (con Carapelli punto di gravità) si aggiunge ora Unifol (oltre a Monini hanno aderito tra gli altri Pantaleo e Farchioni), per menzionare solo le principali sigle sindacali del comparto.
La nuova organizzazione nasce, possiamo dire, per scissione, a seguito dei dissidi e della guerra commerciale che ha visto contrapposte le due famiglie spoletine dell’olio, Coricelli e Monini.
Sullo sfondo ha pesato anche l’abbraccio soffocante con la Unaprol di Coldiretti e i rapporti non sempre cristallini con l’import europeo e non. Non possiamo nascondere anche il fatto che in questi anni nessuna associazione di categoria ha difeso il panel test, la prova organolettica obbligatoria per classificare un olio extravergine. Di fronte alle inchieste giudiziarie così come ai test del Salvagente il settore si è quasi tutto chiuso a riccio, additando il panel come una prova soggettiva priva di rigore scientifico e terzietà.
Dunque ci fa molto piacere leggere ora che Unifol, ha dichiarato Zefferino Monini, “sarà una casa comune che ha come obiettivo di portare credibilità in un settore che periodicamente viene travolto da scandali che rischiano di minare la fiducia del consumatore. Con Unifol vogliamo offrire un nuovo tassello di garanzia: crediamo nel valore delle regole, nella validità di panel test e analisi e organizzeremo un sistema di monitoraggio e controllo stringente e costante su campioni di olio extravergine prelevati a scaffale, in modo da poter essere al di sopra di ogni dubbio e avere gli strumenti per rispondere a possibili attacchi che turbano il mercato“.
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Abbiamo sempre auspicato test a scaffale sul modello di quanto fanno alcune catene della Gdo in Germania a tutela dei consumatori e leggere che un’associazione di categoria propone ora questo modello non ci può che rallegrare visto che lo facciamo da anni. Senza mai turbare il mercato ma anzi avendo sempre contribuito a renderlo più sano e meno infestato da raggiri e frodi in danno dei consumatori.