Pidocchi: come prevenirli, quali sono i trattamenti e le cause

pidocchi

I pidocchi sono l’incubo peggiore dei genitori: in passato, spidocchiarsi era una abitudine quotidiana dal momento che la diffusione di queste piattole era dovuta principalmente ad una scarsa igiene. Oggi non è più così ma la loro eliminazione richiede tempo e pazienza

Spidocchiarsi era una pratica quotidiana nel Medioevo. Prendersi cura dell’igiene era un compito riservato solo alle donne, che con occhio chirurgico provavano a individuare l’infestazione di pidocchi (comunemente chiamate piattole) annidati tra i peli e i capelli, e provavano a liberare uomini e figli dai fastidiosi parassiti.

Ci sono diversi scritti e dipinti che testimoniano questa abitudine, diffusa a causa della scarsa igiene dell’epoca. Il pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo nel Seicento ha fissato su tela alcune scene di vita quotidiana. Nell’opera “Quattro personaggi, 1655-60” mostra il momento in cui una donna, che indossa occhiali (dettaglio raro per l’arte figurativa di quel tempo), appare concentrata nello spidocchiamento di un bambino. Nel 1650 Michiel Sweerts raffigurava un ragazzo che dorme e un uomo al suo fianco che si spulcia. Una madre spidocchia la figlia nel quadro di Gerard ter Borch datato 1652.

Era normale, persino un atto d’affetto in alcune circostanze. È stato così fino ai primi del Novecento, quando pulci e pediculosi erano un grosso problema per tutti. Soprattutto per i poveri che non potevano lavarsi spesso.

Pidocchi: oggi l’igiene non c’entra

Attualmente non è più così. La causa della comparsa dei pidocchi è esclusivamente dovuta al contagio. Questi ectoparassiti, che si nutrono di sangue umano, compiono l’intero ciclo vitale sul cuoio capelluto, sull’ascella o sul pube, su ciglia e sopracciglia, in generale su zone umide e pelose, abbandonando il corpo infestato solo se costretti a trasferirsi su un nuovo ospite.

Il contatto stretto (soprattutto tra i bambini nelle scuole) e la sempre più diffusa promiscuità sessuale sono veicoli facili per la diffusione di questo parassita.

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Come prevenire i pidocchi?

L’Istituto superiore di sanità chiarisce che la prevenzione della pediculosi viene fatta insegnando ai più piccoli le corrette pratiche igieniche, suggerendo di evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e indumenti. Negli adulti, un comportamento sessuale responsabile riduce il rischio di acquisizione delle piattole, e comunque di tutte le malattie sessualmente trasmesse, soprattutto quelle più gravi.

Le piattole non volano e non saltano, si aggrappano ai peli e contagiano a causa di contatti o strusciamenti, ma anche sedili del gabinetto infestati, o scambio di vestiti o contatto con biancheria intima e lenzuola appena contaminati.

I sintomi della pediculosi

Il prurito tipico della pediculosi compare solo qualche settimana dopo le prime punture. Infatti, questi insetti parassiti si nutrono del sangue dell’uomo, e per farlo, pungono la cute e iniettano al suo interno un liquido urticante perché la saliva dei pidocchi contiene anche un anestetizzante. Con il passare del tempo si sviluppa una reazione allergica associata e a volte ingrossamento dei linfonodi. Il prurito, inizialmente limitato alla zona in cui sono presenti le prime uova (lendini), si estende progressivamente a tutta la nuca e alla parte alta del tronco, o sul pube, sul petto, ciglia e sopracciglia, in alcuni casi sulle ascelle.

Le piattole depositano dopo 24 o 48 ore dall’accoppiamento delle uova, dette appunto lendini, che si attaccano saldamente al capello e da cui si formano ninfe che dopo 7-13 giorni diventano pidocchi adulti in grado di riprodursi. Fortunatamente i pidocchi non sopravvivono più di 2-3 giorni lontani dal corpo, per questo vanno eliminati con cura.

Come eliminare i pidocchi?

Il trattamento si esegue applicando prima un liquido o antiparassitario sulle zone infestate, che scioglie le cere di protezione del pidocchio, poi pettinando con la pettinina e applicando un balsamo antiaderenza e ripassando con la pettinina. In questo modo in due settimane si elimina la parassitosi.

Gli esperti suggeriscono di dismettere l’utilizzo degli antiparassitari, sia perché i pidocchi sono divenuti resistenti, sia perché gli antiparassitari possono essere tossici per i bambini. Le aziende farmaceutiche sperimentano nuovi shampoo e prodotti più efficaci.

Anche lenzuola, abiti e oggetti devono essere disinfestati. La biancheria deve essere lavata a secco o in acqua a 60°C e lasciata all’aria per 48 ore. In più, nel caso dei bambini, i giocattoli e altri oggetti devono essere lasciati all’aria aperta per due settimane, ben chiusi dentro un sacchetto.

Capita che le uova dei pidocchi sopravvivano. In questo caso occorre un secondo trattamento, meglio se prescritto dal medico.

È vero, le piattole non sono un fatto grave, ma in questo, come in altri casi, il buon senso dovrebbe prevalere, perciò sarebbe buona pratica informare il proprio partner o i propri familiari, per spezzare la catena infettiva.