A scuola (e ci mancava) torna il problema dei pidocchi

Sempre che non venga chiusa la classe per i casi positivi al Covid, per chi continua ad accompagnare i proprio figli piccoli a scuola prima o poi arriva il giorno in cui all’entrata della classe si legge il temuto cartello: “Cari genitori, si è verificato un caso di pediculosi. Si invita a controllare le teste dei bambini”. Può anche arrivare anche il giorno in cui è il proprio figlio a rappresentare il caso in questione. Le reazioni possono essere diverse ma quel che conta, una volta accertata la presenza di pidocchi vivi e di lendini (le uova), è mettere in atto la giusta strategia di terapia e di controllo periodico.

In caso di infestazioni lievi si può usare il pettinino effettuando il trattamento con la tecnica del wet combing, cospargendo il capo di abbondante balsamo e pettinandolo più volte. In alternativa i prodotti in commercio si possono dividere in due categorie: gli antiparassitari e quelli che agiscono in maniera meccanica principalmente per soffocamento. Nel test che trovate in edicola questo mese abbiamo selezionato 8 marche per l’eliminazione della infestazione (badate bene, non per la prevenzione, cosa impossibile con i pidocchi) con diversi principi attivi e formati.

Gli antiparassitari possono essere a base di piretrine naturali o sintetiche oppure di malathion. “La permetrina e la fenotrina (piretroidi, ndr), così come il malathion, sono tutte sostanze con azione pesticida. Sono metodi che mirano a non far riprodurre il parassita con meccanismi biochimici diversi: uccidono il pidocchio ma possono avere un impatto sulla nostra cute”, ci spiega la dottoressa Pucci Romano, specialista in Dermatologia e Venereologia nonché docente di Tecniche dermatologiche applicate alla cosmetologia all’Università Cattolica del Sacro di Roma e presidente dell’associazione Skineco.
I prodotti che agiscono in maniera meccanica sono per lo più a base di oli vegetali o minerali, funzionano da agenti soffocanti del parassita, oppure a base di osmolone, disidratando e indebolendo l’esoscheletro del pidocchio provocandone la morte. “Sono tutti metodi meno invasivi – prosegue la Romano – ma il rischio è che le lendini non vengano tolte.
Anche l’uso di antiparassitari non garantisce l’eliminazione totale delle uova”. Il perché sta nella parola “resistenza”. Proprio come avviene in agricoltura, i parassiti si evolvono e cercano il cambiamento per resistere ai prodotti di contrasto. “Il pidocchio – continua la dermatologa – crea una sorta di adattamento; pertanto la lendine nata sarà più sana e robusta e in grado di sopravvivere agli antiparassitari. È una resistenza che si tramanda. Per questo un solo trattamento non è sufficiente. Andrebbe ripetuto ogni 5/7 giorni per almeno 5 volte e preferibilmente usando prodotti diversi. Con questa metodica diminuisce anche la potenziale sensibilizzazione della cute. Il pettinino stretto e le lendini tolte a mano rimane la metodica più efficace”. Dovremmo forse imparare di più dalle scimmie e prendere esempio dalla pratica del grooming, l’abitudine dello spulciarsi a vicenda!

INUTILE TRATTARE PRIMA

“Non è possibile prevenire la pediculosi. E usare i prodotti antiparassitari a scopo preventivo non rende immuni dall’infestazione; si tratta di una pratica inutile e dannosa”. Non lascia dubbi la scheda del sito del ministero della Salute dedicata alla pediculosi. Abbiamo chiesto a Elena Bozzola, pediatra all’ospedale Bambino Gesù di Roma e segretario nazionale della Spi, la Società Italiana di pediatria, quanto sia fallimentare prevenire la pediculosi con trattamenti specifici (antiparassitari e non): “I prodotti per contrastare le infestazioni presenti in commercio – ci spiega – sono di dubbia utilità. Questi vanno impiegati solo quando compaiono i pidocchi. Anche i prodotti a base di oli vegetali ed estratti sono di efficacia discutibile”.
Quindi dottoressa Bozzola il cosiddetto “ambiente sfavorevole” ai pidocchi non esiste?
Purtroppo, non è stata ancora inventata la bacchetta magica contro la pediculosi. Da un punto di vista scientifico non è stata provata la possibilità di creare nella cute e nei capelli di un soggetto un ambiente sfavorevole a questi parassiti. Le buone pratiche e una corretta igiene sono il metodo di prevenzione migliore.
Quali sono le accortezze da tenere in famiglia per evitare “contaminazioni”?
Una buona abitudine in famiglia che si dovrebbe seguire sempre nel quotidiano è quella di non scambiarsi gli oggetti destinati ai capelli e alla testa, come spazzole, pettini, mollette e cappelli. A ognuno il suo. In caso di infestazione di un membro della famiglia, la prima cosa da fare è controllare la presenza dei parassiti a tutti i conviventi più volte al giorno. È importante arieggiare bene gli ambienti e isolare oggetti come pettini, mollette o asciugamani di chi ne è stato affetto. Fondamentale è mettere in atto alcune azioni di pulizia: lavare a 60 gradi i vestiti, le lenzuola e gli asciugamani. Oggetti o tessuti che non si possono lavare devono essere messi in un sacchetto di plastica sigillato per almeno due settimane affinché il pidocchio muoia. In altri casi si possono inserire oggetti in acqua bollente per almeno un quarto d’ora.
Come educare il bambino a comportamenti utili alla prevenzione della pediculosi?
Il bambino è un prezioso alleato nella strategia contro i pidocchi. È importante spiegargli che gli oggetti che vengono a contatto con i capelli sono personali. Pensiamo a scuola allo scambio di cappelli, mollettine, fiocchi o cerchietti. Anche gli operatori scolastici possono dare un contributo prestando attenzione a che questo tipo di scambi non avvengano.

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