Il bluff della tassonomia verde: per l’Ue gas e nucleare sono fonti “green”

TASSONOMIA

La tassonomia è un sistema che classifica le attività economiche che possono essere considerate sostenibili l’ultimo voto del Parlamento Ue ha fatto rientrare in esso anche il gas e il nucleare. Una decisione contestata da Europa Verde (e non solo)

“L’esito del voto al Parlamento Ue sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia dimostra in modo drammatico la miopia e la sudditanza alle lobby del fossile di una certa politica che ancora una volta antepone il mero profitto alla salute dei cittadini e alla tutela del pianeta.” Non usa mezzi termini Eleonora Evi, co-portavoce nazionali di Europa Verde, per esprimere il suo disappunto al voto europeo all’atto delegato della Commissione, che prevede l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia. La proposta dell’esecutivo ha spaccato in due l’Unione europea ma alla fine ha prevalso chi considera gas e nucleare investimenti sostenibili.

Cos’è la tassonomia verde

Si tratta di un sistema che classifica le attività economiche che possono essere considerate sostenibili e, quindi, utili a raggiungere la neutralità climatica nell’Ue. Nei fatti – come scrive Eunews – la tassonomia si traduce in un regolamento che ha stabilito sei obiettivi ambientali:mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, l‘uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un’economia circolare; la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Un’attività economica per entrare nella tassonomia ed essere considerata sostenibile deve contribuire “in modo significativo” al raggiungimento di almeno uno di questi sei obiettivi fissati da Bruxelles, ma nessuno di questi obiettivi può essere compromesso, ovvero l’attività non può “provocare un danno significativo” (secondo il principio del ‘do not significant harm’) a nessuno degli altri cinque. I dettagli di questi criteri sulle singole attività sono stati lasciati, di proposito, dalla Commissione europea alla definizione attraverso degli atti delegati secondari e separati.

L’impatto del voto europeo

“Politicizzando la tassonomia, la Commissione europea ha permesso a Stati membri come la Francia di imporre gli interessi di alcune industrie sulle esigenze dell’intera Ue. Vergognoso inoltre – aggiunge la Evi – che aziende strettamente legate al Cremlino, come Gazprom e Lukoil, siano riuscite ad influenzare la decisione della Commissione, ora avallata anche dal Parlamento europeo, l’unico organo Ue votato direttamente dai cittadini, ma di cui oggi non ha evidentemente ascoltato le istanze, come evidenziato da un recente sondaggio del Wwf secondo il quale più della metà degli europei non considerano gas e nucleare come sostenibili”.

Il rischio – sottolinea la Evi – è che miliardi di euro rischiano di essere dirottati dagli investimenti urgenti e necessari sulle rinnovabili e l’efficienza energetica verso quelli destinati a fonti di energia inquinanti, costose e pericolose, sottomettendoci così ancor più alla dipendenza dalle importazioni russe.

Possiamo certamente dire – spiega ancora la Evi – che con il voto europeo hanno vinto il forsennato pressing delle lobby e l’insipienza di quella politica – ben rappresentata da parte del nostro governo – che non sa guardare più lontano del suo naso. A perdere, neanche a dirlo, i cittadini e il futuro del nostro pianeta.

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Il sondaggio del Wwf

In effetti  coem ha spiegato lo stesso Wwf – prima del voto europeo, oltre 489.182 persone in tutta Europa hanno esortato i loro europarlamentari a respingere il greenwashing della tassonomia dell’Ue. “Questo dimostra che i cittadini europei non appoggiano le false leggi verdi” sottolinea l’associazione ribadendo con le parole di Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia, che “il gas e il nucleare non sono verdi, e etichettarli come tali è un evidente greenwashing che danneggia il clima e le generazioni future. Oggi le lobby del gas fossile e del nucleare hanno ottenuto che vengano dirottati miliardi di investimenti che sono assolutamente necessari per garantire la transizione climatica”.

Un favore a Francia e Germania

Il voto europeo – continua la Evi – è un chiaro regalo a Francia e Germania: la prima potrà, infatti, beneficiare degli investimenti privati per ristrutturare i suoi vecchi e pericolosi reattori mentre la Germania che è ancora fortemente legata al carbone potrà puntare sul gas. Mentre l’Italia – i cui politici hanno contribuito in maniera rilevante all’approvazione dell’atto di delega – non potrà beneficiare in alcun modo in quanto il 40% dei suoi pianti è escluso dalle condizioni previste dalla tassonomia.

Le prossime mosse

Austria e Lussemburgo hanno già annunciato di presentare ricorso alla Corte di giustizia e Greenpeace ha deciso di appoggiarlo. Sulla stessa direzione il Wwf: “Abbiamo perso questa battaglia, ma non rinunceremo a combattere. Riteniamo che questo atto sia incoerente con il regolamento sulla tassonomia, pertanto, insieme ad altre organizzazioni come ClientEarth, il Wwf valuterà tutte le possibili strade, comprese eventuali azioni legali, per fermare il greenwashing e proteggere la credibilità dell’intera tassonomia dell’UE – e invita gli Stati membri e gli eurodeputati a fare lo stesso”.