In farmacia senza ricetta, cosa cambia con la fine dello stato d’emergenza

RICETTA

A dicembre 2020 il governo aveva approvato un provvedimento che semplificava la vita a milioni pazienti: dava, infatti, la possibilità di recarsi in farmacia con il solo numero della ricetta elettronica senza la necessità di doverla stampare. Ora quella norma è destinata ad andare in soffitta

Con la fine dello stato di emergenza, il 31 marzo prossimo, finirà anche la possibilità per gli assistiti del Servizio sanitario di usufruire dei vantaggi della ricetta dematerializzata. Ovvero di ottenere le medicine attraverso la semplice comunicazione telefonica alla farmacia dei dati della ricetta elettronica e del codice fiscale, o attraverso il loro invio tramite posta elettronica o ancora allegando il numero d’ordine o il promemoria ricevuto dal medico tramite e-mail o estratto dal proprio Fascicolo sanitario elettronico, oppure via sms o whatsapp.

Cos’è la ricetta dematerializzata

In piena pandemia, a dicembre del 2020, il Governo aveva approvato un provvedimento che mirava a semplificare l’acquisto dei farmaci da parte dei cittadini: una misura di sburocratizzazione che potrebbe continuare a dare i suoi frutti anche adesso che l’emergenza sanitaria sembra alle spalle, almeno nei suoi momenti peggiori. E invece no. Perché il provvedimento del 30 dicembre faceva coincidere la sua decadenza con la fine dello stato di emergenza, il 31 marzo prossimo. Un allarme lanciato da  Pierluigi Bartoletti,  segretario provinciale e vicesegretario nazionale della Fimmg, che ha già chiesto delucidazioni alla Regione Lazio: “Il ritorno al vecchio sistema sarebbe deleterio. I pazienti sarebbero costretti ad affollare nuovamente gli studi medici proprio in un momento in cui i dati sulla ripresa dei contagi dimostrano che la pandemia non è ancora giunta alla parola fine”.

Come funziona la ricetta dematerializzata

Il medico registra sul Sistema Tessera Sanitaria i dati del cittadino e della prescrizione. Al cittadino rilascia:

  • il Numero di ricetta elettronica (NRE)
  • il promemoria cartaceo della ricetta.

Il promemoria cartaceo è rilasciato a garanzia dell’erogazione della prestazione anche in caso di indisponibilità dei sistemi informatici. Con il Decreto interministeriale del 25 marzo 2020, che ha esteso le modalità elettroniche alternative al promemoria cartaceo oltre la fase emergenziale, è stato avviato tuttavia un percorso per rendere la prescrizione completamente digitale. La diffusione della ricetta dematerializzata è giunta a un livello di copertura molto elevato per l’ambito farmaceutico.

Cosa potrebbe cambiare dal 1° aprile

Con la fine dello stato di emergenza, e quindi la decadenza del provvedimento del 30 dicembre 2020, le farmacie, almeno teoricamente, potrebbero rifiutare il numero d’ordine e chiedere al medico prescrittore di stampare la ricetta. “In un paese normale si metterebbero a regime le conquiste fatte e medico e farmacista continuerebbero a fare quello che stanno facendo” sottolinea Bartoletti. Senza una regola nazionale, un’opportunità potrebbe trasformarsi in un caos e a pagare sarebbero i cittadini che potrebbero trovarsi davanti a modus operandi diversi a seconda della regione, o addirittura della farmacia dove decidono di servirsi.

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Tra l’altro la questione potrebbe complicarsi e diventare ulteriormente diversificata. Dal 1° febbraio scorso è ufficialmente operativa la prescrizione elettronica per i farmaci non a carico del Ssn (prima la dematerializzazione valeva solo per i farmaci di fascia A). I medici, in ogni caso, potranno continuare ad effettuare prescrizioni anche in formato cartaceo. Le Regioni e PA che hanno previsto da tale data l’avvio della ricetta bianca dematerializza sono: Piemonte, Valle d’Aosta, PA Bolzano, PA Trento, Emilia Romagna e Sicilia.