Protesi difettose, nuove condanne per l’ente certificatore

PROTESI

Già condannato a risarcire migliaia di vittime, il TÜV Rheinland, il certificatore tedesco di protesi mammarie difettose PIP, è stato condannato dal tribunale commerciale francese a risarcire 1.600 nuove querelanti di ventitré nazionalità, per un totale di almeno 8 milioni di euro. Le donne hanno chiesto una cifra pari a 6.000 euro a titolo di risarcimento del danno: il giudice ha riconosciuto loro 5.000 euro ciascuna. L’ente ha già annunciato che ricorrerà in appello contro una decisione che ritiene ingiusta.

Non è dello stesso avviso l’associazione PIPA che a seguito in giudizio le donne: “TÜV è pienamente responsabile senza limitazioni o restrizioni e deve risarcire rapidamente tutte le vittime senza eccezioni”, ha detto Olivier Aumaître, avvocato dell’associazione.

Lo scandalo delle protesi mammarie difettose  è scoppiato a seguito di un’ispezione da parte dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari nel marzo 2010. L’Agenzia aveva rilevato un tasso anomalo di rottura degli impianti che erano stati riempiti, per motivi economici, con un gel artigianale non conforme al posto del gel di silicone richiesto.

Serie di decisioni giudiziarie

Questa nuova decisione si aggiunge alla cascata di decisioni giudiziarie in questo caso, prossima al suo epilogo. La Corte d’Appello di Aix-en-Provence ha confermato nel febbraio 2021 la sentenza del tribunale commerciale di Tolone del gennaio 2017 che condannava il certificatore tedesco a pagare 3.000 euro a circa 20.000 altri denuncianti. La Corte d’Appello aveva tuttavia stimato che circa 6.000 di loro erano alla fine inammissibili.

A fine maggio la Corte d’Appello di Parigi aveva confermato la responsabilità di TÜV anche per un altro aspetto, limitando però tale responsabilità al periodo dal 1 settembre 2006 al 6 aprile 2010, invalidando così le pretese di diverse centinaia di donne sulle 2.500 interessati, in particolare colombiani, venezuelani o inglesi.

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Al contrario, altre due corti d’appello, a Versailles ea Poitiers, hanno autorizzato TÜV Rheinland. La società tedesca ha proposto ricorso in Cassazione per le sentenze di Aix e Parigi. “Ci sono state quattro sentenze della Corte d’Appello nel 2021: due pienamente favorevoli, una completamente sfavorevole, ad Aix, e una mista, a Parigi. Oggi ci sono diversi casi davanti alla Corte di Cassazione e speriamo che possa fare luce per guidare i giudici” su questo caso, ha reagito Christelle Coslin, avvocato del TÜV, intervistata dall’AFP.