Da gennaio linea muta con Wind, ma le bollette non si fermano

wind tre

Caro Salvagente, sono mesi che ho problemi con la wind, ci sono state chiamate, raccomandate, email pec ed ecc per la chiusura di un contratto ma continuano ad arrivarmi ancora le bollette e io non so più dove sbattere la testa. Vado avanti cosi da gennaio da quando la linea telefonica presso l’abitazione dei miei genitori non funziona. Mia madre e io abbiamo più volte contattato l’assistenza clienti senza però non ottenere mai nulla se non mancanza di rispetto e menefreghismo e ovviamente bollette da pagare.
Abbiamo insistito fino al primo di luglio quando abbiamo deciso di fare una raccomandata di disdetta dopo l’ennesima telefonata. Speravamo di essere uscite dall’inferno fino all’ennesima bolletta in cui chiamo vengo derisa e negano la ricezione di tale documento. Ad agosto faccio un email pec  per aver la certezza dell’arrivo, ma ad oggi nonostante la linea non venga usata da luglio e abbiamo problemi da gennaio, ancora mi arrivano bollette da pagare e se richiedo un rimborso me lo negano e le bollette sono obbligata a pagarle e se li chiamo mi attaccano telefono in faccia.

Alessia Moscarella

 

Cara Alessia, una situazione davvero assurda quella che ci racconta. E che abbiamo girato, per una valutazione, a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia.

Ecco cosa ci ha risposto.

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Se la signora Moscarella ha inviato raccomandata ar, o anche una PEC, per richiedere la cessazione del contratto a lei intestato, allegando anche copia di un suo documento di identità, ha fatto quanto doveva. Entro 30 giorni dalla ricezione della raccomandata (fa fede la firma sulla cartolina di ritorno da parte del destinatario) o della PEC (fanno fede le ricevute di accettazione e consegna della PEC), il gestore deve chiudere quel contratto.

Tutto ciò che viene emesso successivamente, tranne eventuali costi di chiusura, non è dovuto.

In pratica, eventuali fatture emesse successivamente, non devono essere pagate.

Suppongo, da quanto leggo,  che la signora abbia sollecitato la cessazione e quindi contestato tale ritardo: a questo punto, può avviare un tentativo di conciliazione per mancata cessazione del contratto. Aggiungo che nel momento in cui la cessazione finalmente diventerà operativa, deve essere considerata con effetto retroattivo, quindi dalla data di invio della prima richiesta di cessazione. Ed ancora, se la signora Moscarella ha continuato a pagare le fatture di periodo, ha diritto di richiederne il rimborso.

Ora, che da Gennaio la signora Moscarella non riesca non solo a chiudere questo contratto ma, a non avere alcun riscontro da Wind e nessuna giustificazione per tale ritardo, è veramente strano e non accettabile, inoltre non credo ci siano irregolarità nella richiesta in questione, perché viste anche le numerose telefonate fatte per sollecitare la chiusura della linea, qualche operatore avrebbe sollevato il problema comunicandolo alla signora.

Quanto al motivo della cessazione, cioè un mancato funzionamento della linea mai risolto dal gestore – senza alcuna comunicazione in merito – la situazione è ancora più grave e avrebbe anche diritto a richiedere l’indennizzo per questo disservizio.

La signora quindi non deve pagare le fatture emesse dopo il termine della cessazione.

Wind, purtroppo, tende a non essere “tempestiva” nel rispondere ai reclami dei clienti e questo non agevola la risoluzione dei problemi e come il caso della signora, incancrenisce le situazioni.