Nuovi Ogm, Slow Food: “Fermiamo la Ue, rischi dal campo alla tavola”

OGM SLOW FOOD

“Abbiamo poco più di due settimane per esprimere le nostre opinioni sul piano messo a punto dalla Commissione europea sui nuovi Ogm e per ricordare a Bruxelles che non desideriamo ritrovarci nel piatto cibi ottenuti attraverso le nuove tecniche genomiche“. È l’appello di Slow Food che chiama gli iscritti e in generale i consumatori a partecipare alla consultazione aperta dalla Ue sulle cosiddette New Breeding Techniques, Nbt, o Nuove tecniche genomiche, Ngt, come per esempio il metodo CRISPR-Cas9, i nuovi Ogm che secondo la Commissione “potrebbero assicurare benefici per la società europea” e per questo è necessario giungere a una loro regolamentazione.

La posizione – condivisibile – di Slow Food è diametralmente opposta. “I nuovi (e i vecchi) Ogm sono completamente incompatibili con l’agroecologia” – spiega in una nota di Slow Food Francesco Sottile, agronomo e professore all’Università di Palermo. “I nuovi Ogm – prosegue – vengono richiesti soltanto da quegli agricoltori che preferiscono continuare a coltivare monocolture, rifiutando di adottare tecniche che permetterebbero di migliorare la resilienza delle terre e delle zone rurali. Invece di sprecare tempo e risorse preziose sui nuovi Ogm, l’Unione europea dovrebbe preoccuparsi di aiutare gli agricoltori a sostenere le alternative all’agricoltura industriale”.

Nella Valutazione d’impatto iniziale pubblicata a fine settembre, la Commissione europea mette a fuoco i problemi dell’attuale legislazione proponendo alcune possibili soluzioni e presentandone la pre-valutazione degli impatti sociali, ambientali ed economici. “Lo fa però – replica Slow Food – sovrastimando i potenziali benefici e minimizzando i rischi concreti che si corrono deregolamentando i nuovi Ogm. La Commissione europea sta cercando di allentare le norme che attualmente regolano gli Ogm, con una duplice preoccupante conseguenza: i nuovi Ogm potrebbero non aver più bisogno di essere indicati come tali in etichetta, e la loro provenienza non essere conoscibile”. Tanto basta quindi per opporsi alla nuova deregulation. Per partecipare alla consultazione pubblica clicca qui.

A giugno 2021, in risposta al rapporto di aprile della Commissione, Slow Food ha pubblicato un policy brief nel quale ribadisce “la nostra posizione sui nuovi Ogm, chiedendo che continuino a essere strettamente regolamentati, considerati i rischi per la biodiversità, l’incompatibilità con un sistema agricolo basato sull’agroecologia e le minacce rappresentate ai mezzi di sussistenza degli agricoltori di piccola scala”.

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