Benessere animale, via libera dagli stati Ue per un’etichetta. La proposta degli animalisti

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Buone notizie per chi denuncia da tempo i maltrattamenti negli allevamenti europei: i ministri dell’agricoltura Ue hanno dato l’ok per stabilire un’etichetta che indichi il benessere del bestiame sui prodotti di derivazione animale. Adesso la palla passa alla Commissione Ue che dovrà elaborare in pratica un tipo di etichetta. Lo standard minimo su cui si baserà sarà quello già previsto dalle norme Ue sulla misura delle gabbie, sullo stordimento delle bestie e sullo spazio a disposizione dei capi prima dell’abbattimento, ma i ministri hanno chiesto che i requisiti vadano oltre gli attuali requisiti legali dell’Ue, e includere in maniera graduale tutte le specie di bestiame nell’etichetta e le modalità di trasporto e macellazione. “Un’etichetta comune dell’Ue sul benessere degli animali – ha detto la ministra tedesca dell’Agricoltura Julia Klockner – aumenterebbe la credibilità e la trasparenza nei nostri mercati e consentirebbe ai consumatori di compiere scelte più informate”.

L’etichetta degli animalisti

Intanto, dalle associazioni ambientaliste arriva una proposta: un’etichetta a semaforo che indichi in maniera facile e immediata i tipi di allevamento da cui arriva la materia prima. Gemma Willemsen, responsabile dell’Ong Eurogruppo per gli animali, ha dichiarato: “Le conclusioni del Consiglio rappresentano un importante passo avanti verso l’etichetta che comprenda l’intero metodo di produzione da noi proposta. Abbiamo bisogno di un’etichetta che copra l’intera vita degli animali, compresi fattori come il trasporto, la macellazione e tutte le condizioni di vita”. La proposta di etichetta viene già applicata in Francia è una sorta di semaforo che va da un livello A (superiore) indicato con verde scuro a un livello E in rosso (rispetto minimo delle norme europee). In mezzo c’è la B, di un verde medio e che corrisponde a “Bene”, la C, in verde chiaro (Abbastanza bene) e la D in arancione, livello “standard”. Adesso tocca alla Commissione decidere: per prima cosa partirà uno studio nel 2021, mentre la proposta dovrebbe essere presentata nel 2022.

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