Dopo un mese di chiusure quasi generalizzate dei posti di lavoro, ripartono alcune categorie di attività . L’ultimo decreto del presidente del Consiglio, pubblicato in gazzetta l’11 aprile, ha riaperto librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini, insieme a attività forestali, l’industria del legno e produzione di computer. Gli alberghi e le strutture ricettive in generale possono restare aperte ma ospitare solo chi si muove per lavoro nell’ambito dei permessi previsti dalle restrizioni emergenziali. Gli studi professionali possono riaprire. (qui l’elenco completo delle attività che riaprono)
La griglia delle riaperture viene però complicata dalle ordinanza regionali, che intervengono a scombinare il quadro, con variazioni locali. Vediamole dunque, queste differenze.
In Lombardia, l’ordinanza firmata sabato dal governatore Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie, ma conferma il via libera per i negozi di abbigliamento per l’infanzia. Obbligatorio anche l’uso di mascherine, o in mancanza di indumenti per coprire naso e bocca, all’aperto, mentre alberghi e strutture ricettive restano chiusi. Gli studi professionali aprono solo per servizi indifferibili e urgenti. In Piemonte, tutte i divieti in vigore fino all’11 aprile rimangono in vigore, data la situazione critica della regione, in cui i contagi crescono più che altrove. In Emilia Romagna, la chiusura completa rimane nelle zone più a rischio, le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina. In Toscana librerie e cartolibrerie riaprono ma con obbligo di mascherina sia per gestori che per clienti
In Campania rimangono chiuse librerie e cartolerie, mentre l’apertura dei negozi di abbigliamento per i bambini viene limitata aa due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. La Campania, inoltre, vieta anche le consegne di cibo a domicilio, permesse dalle direttive nazionali. L’apertura di librerie e cartolibrerie viene posticipata di una settimana, al 20 aprile, nel Lazio, per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali.
In Liguria, il governatore, Giovanni Toti, ha firmato l’ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi (anche l’Abruzzo l’ha concesso). Via libera anche ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e da golf.
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La nuova ordinanza del presidente del Veneto, Luca Zaia, toglie il limite di 200 metri da casa per l’attività fisica, pur chiarendo che la stessa deve rimanere in prossimità dell’abitazione. Zaia ha posto l’accento anche sulle grigliate che si possono fare nel giardino di famiglia, ma a dire il vero, se si rimane col proprio nucleo familiare, con cui si condivide la quarantena, neanche a livello nazionale è mai stato vietato. In Veneto, però, è obbligatorio uscire con mascherina, guanti, e gel, e rimanere in casa se si ha più di 37,5 di febbre. Il distanziamento sociale minimo è 2 metri invece di un metro come indicato a livello nazionale.
In Sicilia, una nuova ordinanza conferma i divieti pre-esistenti (come l’obbligo di una uscita massimo al giorno per un solo componente del nucleo, e il divieto di attività motorie sotto casa) ma riapre le cartolibrerie. Il governatore conferma dunque chiusura dei negozi di generi alimentari la domenica e nei giorni festivi e l’obbligo di mascherina solo in esercizi commerciali, mezzi di trasporto e uffici pubblici. Qui gli operatori sono tenuti all’uso di mascherina, all’utilizzo di guanti monouso o, in alternativa, al frequente lavaggio delle mani con detergente disinfettante.
Obbligo di mascherine all’aperto in Friuli Venezia Giulia. In Trentino, chiusi sia i negozi per l’infanzia che le librerie, mentre le attività produttive all’aperto e nei cantieri stradali e edili, ripartono, a patto che ci siano termoscan, mascherine e distanze minime rispettate.