Brutta stangata per Eni in Francia. Se non per la sanzione (315mila euro, non moltissimo per il fatturato del gestore di energia italiano), per la figuraccia internazionale che ne è derivata, con diversi titoli sui giornali d’oltralpe.
Eni Gas & Power, non ha rispettato il diritto di recesso e la direzione generale Concorrenza, consumo e repressione delle frodi (DGCCRF) ha criticato l’operatore – che dal 2012 vende offerte ai privati - per non aver rispettato, in diverse occasioni, il diritto di ripensamento dei clienti tra febbraio 2017 e marzo 2019.
In sostanza i consumatori che avevano firmato un contratto e poi, legittimamente, ci ripensavano e davano disdetta nei termini consentiti, non venivano mollati da Eni che li teneva contro la loro volontà. In diversi casi non serviva neppure il certificato di morte di clienti, nel frattempo deceduti. “Mio padre è morto l’8 maggio 2019”, afferma Virginie a 60 millions de consommateurs, il mensile dei consumatori francesi, “Ho chiesto a Eni di recedere dal contratto il 17 maggio, allegando il certificato di morte. Ma un mese e mezzo dopo, il contratto non è stato ancora risolto e il fornitore continua a chiedere documenti”.
Inosservanza del diritto di recesso, difficoltà di cancellazione … Ma non è tutto: i consumatori segnalano anche il comportamento di alcuni venditori diretti, che non esitano a ricorrere a menzogne o aggressività.