Tre mesi in attesa dell’attivazione di Vodafone ma nessuno risponde…

VODAFONE CONTRATTO

Caro Salvagente, il 24 settembre ho chiesta a Vodafone la migrazione della mia utenza fissa Telecom. Da quella data ho ricevuto solo due SMS in cui venivo avvertito che l’attivazione della linea era in corso. Poi più niente. Ho sollecitato tramite il 190 l’attivazione della linea ma l’unica risposta è stata che sono in corso verifiche tecniche. Visto che ho avuto scarse informazioni e che è stato superato il tempo max di 90 giorni, così come previsto dalla Carta del Cliente Vodafone e dalle direttive AGCOM, posso chiedere il recesso del contratto per inadempienze contrattuali?

Emilio Montuori

 

Caro Emilio, abbiamo chiesto lumi a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia. Che innanzitutto ci ha confermato che il suo non è un problema isolato, anzi ci sono diversi i casi di questo tipo che si stanno presentando con Vodafone.

Vediamo in dettaglio le sue indicazioni.

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Il lettore, visto il tempo trascorso dalla richiesta di attivazione, fatta a settembre, ha tutto il diritto di chiedere il recesso dal contratto, a causa della mancata fornitura del servizio e del mancato rispetto dei termini.

Inoltre, per quanto leggo, al sig. Montuori non sono state fornite neanche adeguate informazioni sull’iter della pratica e sui tempi dell’eventuale attivazione, fermo restando che si ha l’obbligo, non solo per una forma di correttezza commerciale, di comunicare al potenziale cliente, che non è possibile attivare quanto promesso, per problematiche tecniche che possono essere delle più diverse ma che comunque richiedono l’informazione al consumatore. Il cliente deve essere consapevole di cosa si sta facendo per portare a buon fine la sua richiesta e deve quindi essere anche adeguatamente e prontamente informato se non sarà possibile portarla a buon fine; l’interessato, avendo tali informazioni, potrebbe entro tempi ragionevoli, rivolgersi ad altro gestore ed evitare di rimanere, a seconda dei casi, senza servizio o, con un gestore che non soddisfa più le sue esigenze.

Tutto ciò rientra in una gestione corretta del cliente che consapevolmente può decidere cosa fare ma, per quanto questo sembri in teoria di facile realizzazione, nella pratica si va sempre su un altro binario, che è quello di “spremere” il cliente fin quando è possibile, cioè fin quando scoppia il problema.