Foodwatch lancia la petizione per vietare nitriti e nitrati nel cibo

In Francia, Foodwatch, Yuka e Cancer League lanciano una petizione per chiedere il divieto di alcuni nitriti e nitrati aggiunti nel cibo. Queste sostanze vengono utilizzate come conservanti, e nel caso dei salumi, servono a prevenire anche la formazione di botulino. Ma allo stesso tempo, sono diverse le evidenze scientifiche degli effetti negativi per la salute. Nello specifico, la petizione chiede il bando di: E249 (nitrito di potassio), E 250 (nitrito di sodio), E251 (nitrato di sodio) ed E252 (nitrato di potassio), utilizzati in particolare nelle carni lavorate come salsicce industriali.

“I nitrati e i nitrati aggiunti alla nostra dieta rappresentano un rischio per la salute – scrive Fodowatch – Se ingeriti, possono contribuire alla formazione di composti cancerogeni nel nostro stomaco: nitrosammine. Queste sostanze sono classificate come probabili agenti cancerogeni per l’uomo (categoria 2A) dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), in quanto promuovono lo sviluppo del carcinoma del colon-retto, il secondo tumore più mortale dopo il carcinoma polmonare, e di cancro allo stomaco. I nitriti possono aumentare il rischio di sviluppare malattie del sangue, specialmente nelle persone a rischio”. L’appello conclude dicendo: “Vogliamo mangiare senza essere esposti a un potenziale rischio di cancro a causa di additivi controversi”.

Nell’agosto del 2018, Vytenis Andriukaitis, commissario per la Sicurezza e la salute alimentare, aveva annunciato la volontà da parte della Commissione Ue di rivedere le attuali autorizzazioni degli additivi alimentari per E 249-252 per ridurre gli usi e i livelli di questi additivi” nella carne e soprattutto negli insaccati di maiale. La Iarc ha stabilito che il consumo di 50 grammi al giorno di carni rosse trasformate, come il wurstel, la pancetta, il salame, aumenta del 18% il rischio di contrarre il tumore al colon retto.

Nell’aprile dello stesso anno, il Salvagente pubblicava un’inchiesta sui trucchi delle aziende italiane di insaccati per far credere ai consumatori che i propri prodotti siano privi di nitriti.   In generale, i produttori si difendono dicendo che è impossibile fare salumi e insaccati industriali senza l’uso di nitriti, ma invece la produzione di carne e insaccati senza nitrati e nitriti è già possibile. Lo testimoniano i prosciutti Dop italiani, Parma e San Daniele in testa, ma anche la salsiccia corta, il chorizo ​​spagnolo e il prosciutto cotto della Bretagna sono tradizionalmente realizzati senza questi additivi.