I fungicidi Sdhi, come il boscalid molto impiegato in agricoltura, non bloccano solo la respirazione delle cellule fungine – inibendo l’attività dell’enzima SDH, succinato deidrogenasi – ma agiscono con lo stesso meccanismo anche sulle cellule umane.
A queste conclusioni è giunto un nuovo studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Plos One e suona come una conferma delle ricerche recenti che hanno ormai da alcuni anni messo in evidenza come questa categoria di pesticidi agisce in maniera uguale su tutti gli essere viventi, piante, animali e uomini.
Nel 2018 in Francia, un gruppo di ricercatori, oncologi, medici e tossicologi, il CNRS, l’Istituto Nazionale di Salute e Ricerca Medica (INSERM), l’Istituto Nazionale per la Ricerca Agricola (INRA) e diverse università hanno pubblicato una lettera sul quotidiano francese Libération in cui esprimevano la loro preoccupazione per i fungicidi Sdhi e gli effetti deleteri che potrebbero avere sull’ambiente e sulla salute umana. Questo ha portato l’Agenzia per la sicurezza nazionale per gli alimenti, l’ambiente e lavoro (Anses) a costutuire un equipe di esperti al fine di “stabilire se le informazioni e le ipotesi scientifiche citate dagli autori confermavano l’esposizione e rischio”. A metà gennaio 2019, ha concluso che non vi era alcun allarme sulla salute.
Ora però lo studio pubblicato su Plos One riapre la discussione sulla tossicità del composto. Lo studio ha messo in evidenza in particolar modo come “le cellule dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer o malattie respiratorie-mitocondriali sono iper-sensibili alle Sdhi, e quindi questa categorie sono ancora più a rischio“.
Non dimentichiamoci, spiegano gli autori, che l‘alterazione dei mitocondri provoca un ampio ventaglio di malattie: cardiomiopatie, miopatie, encefalopatie, malattie degli occhi, malattie nei bambini, Parkinson, Alzheimer.
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