Galline in gabbia e maltrattate, l’ultima video inchiesta di Essere Animali

GALLINE OVAIOLE ALLEVAMENTI IN GABBIA

Galline malate brutalmente uccise, colpite con un bastone e lasciate agonizzate. Sono le immagini contenuto nell’ultima video inchiesta diffusa da Essere Animali che, sotto copertura, ha visitato un allevamento intensivo di 56mila galline destinate alla produzione di uova. Coinvolto un marchio italiano, Naturelle (riconducibile al marchio Eurovo): nel video girato dall’associazione con una telecamera nascosta si vede che le uova vengono caricate su un camion con stampato il marchio in questione. Essere Animali ha presentato denuncia alla Stazione dei Carabinieri Forestali di Verghereto (FC), dove è situato l’allevamento, ravvisando violazioni al D.Lgs 26 marzo 2001, n. 146 sulla protezione degli animali negli allevamenti e chiedendo che venga riconosciuto il reato di maltrattamento di animali, art. 544 ter c.p., che punisce chi cagiona gravi lesioni fisiche “con crudeltà̀ e senza necessità”. Ed Eurovo ha prontamente reagito come potete leggere qui.

(continua dopo il video)

 

Spiega l’associazione: “La legge consente l’abbattimento d’emergenza di un animale malato e il colpo di percussione alla testa è un metodo ammesso per le specie avicole, ma deve essere effettuato da persone con un’adeguata formazione e in modo da non causare agli animali sofferenze evitabili. In questo allevamento il personale, dopo aver colpito le galline con metodi improvvisati, non ne controlla nemmeno l’avvenuto decesso. La morte di questi animali non è immediata, ma lenta e dolorosa”. 

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Enormi perplessità – continua il comunicato stampa – suscita anche il metodo con cui gli operai spostano le galline, gettate con violenza da una gabbia all’altra. Secondo le buone pratiche di carico stilate dalla Commissione europea gli animali andrebbero presi con attenzione per le zampe e il petto, per evitare che subiscano lesioni e fratture ossee che potrebbero provocarne anche la morte. 

L’organizzazione ha chiesto inoltre di verificare la tipologia di gabbie utilizzate e la densità degli animali all’interno, che dalle immagini non sembrerebbero soddisfare i requisiti prescritti dal D. Lgs. 29 luglio 2003, n. 267 sulla protezione delle galline ovaiole, circa la presenza degli arricchimenti ambientali e il numero di animali in relazione alla superficie della gabbia. 

L’allevamento in gabbia è consentito, ma è brutale. Per legge ogni gallina dispone di soli 750 cmq, uno spazio poco più grande di un foglio da fotocopie in cui non riesce nemmeno a distendere le ali. La quasi totale immobilità, la mancanza di luce naturale e lo sfregamento continuo con il pavimento e le sbarre di ferro provocano agli animali problemi alle articolazioni, anemia e perdita delle piume. Le condizioni degli allevamenti in gabbia sono così anguste che le galline vengono mutilate del becco, per evitare che si uccidano fra loro per lo stress.”