“La valutazione sul decreto fanghi e sul provvedimento diventato legge? Estremamente negativa: il provvedimento incredibilmente peggiora una situazione che era già grave e complicata”.
La bocciatura senza appello arriva dal Wwf, la prima associazione ecologista a prendere una posizione netta sull’articolo 41 del decreto Genova, ora diventato legge, che consente di spargere nei campi italiani i residui degli impianti di depurazione aumentando di molto i limiti di diossine, pcb, metalli pesanti. A spiegare al Salvagente la posizione della sua associazione è Franco Ferroni, responsabile Agricoltura & Biodiversità Wwf Italia che ci tiene a sottolineare: “Ho firmato subito la petizione del Salvagente”.
Ferroni, riavvolgiamo il nastro e torniamo al passaggio dalla formulazione del decreto al provvedimento emendato dalle Camere: molti parlano di un peggioramento. Perché?
Intanto bisogna dire che è paradossale come questa storia sembra essere il frutto di una commedia degli equivoci. Ma viene da chiedersi: sono davvero equivoci involontari? Il primo è quello tra i limiti sulla sostanza secca (come erano stabiliti prima) e quelli sul “tal quale” come sono stati introdotti dal decreto. Perché fissare dei tetti per gli idrocarbuti pesantisul tal quale? sarebbe legittimo chiedersi. E allora non si può non osservare che i 1.000 milligrammi per chilo di tal quale del provvedimento non si discostano dai 10.000 proposti dalla Regione Lombardia per risolvere l’emergenza che aveva in casa. Basta fare due conti per capirlo. Non solo, in questo modo si apre la strada a difficoltà di controlli.
Perché?
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Perché chiunque potrebbe diluire un fango molto contaminato e farlo rientrare nei limiti senza alcun rischio, se non quelli per ambiente e salute.
Ed eravamo solo alla prima formulazione, poi le cose sono peggiorate…
Nel dibattito parlamentare sono stati introdotti limiti ad altre sostanze pericolose come diossine, Ipa, Pcb, cromo VI, notoriamente tossici.
I 5 Stelle che difendono la norma (non tutti, per la verità ) dicono: abbiamo fissato limiti che non c’erano, è un passo avanti…
E invece hanno aperto le porte alla contaminazione. La norma non fissava limiti – è vero – ma spiegava che se erano presenti sostanze nocive i fanghi non potevano essere utilizzati in agricoltura. La cura, insomma, è peggiore del male.
Il ministro Costa assicura che non si tratta di scarichi industriali ma di fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue e invita a non esagerare…
E allora spieghi agli italiani come mai sono stati fissati limiti per Pcb e cromo esavalente… Non crederà che si trovino nelle feci dei cittadini? La sensazione è che si sia trattato di una decisione politica che gli è passata sulla testa e di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
Un danno per l’ambiente, la salute dovuto solo a imperizia?
Il sospetto è che il provvedimento sia costruito nell’interesse di chi deve gestire i fanghi e avrebbe dovuto sostenere i costi del loro smaltimento. Ora si trova con un bel regalo da parte del governo.
Il Wwf ha proposto delle modifiche serie a questa legge, ce le spiega?
Tutti parlano di un provvedimento transitorio ma non vorremmo che le modifiche finissero nel dimenticatoio della politica. Chiediamo un drastico abbassamento dei limiti; per gli idrocarburi pesanti il limite indicato per le discariche dalla Ue (500 mg/kg di sostanza secca, molto meno di quello fissato ora in Italia); il rispetto di una distanza minima dalle abitazioni per spargere questi fanghi; la necessità di lavorare i terreni entro le 12 ore per evitare l’evaporazione dei contaminanti; il divieto di diserbanti chimici sul terreno fertilizzato con questi fanghi, per non aggiungere contaminanti e colpire la popolazione microbica che degrada gli inquinanti.
Un pacchetto di correzioni notevoli…
E paradossalmente si tratta dei cavalli di battaglia per molti anni del Movimento 5 Stelle. Noi chiediamo anche che la norma preveda tempi certi per l’affidamento a Ispra e Istituto superiore di sanità dei limiti tollerabili. I limiti ora sono arbitrari, ma serve una ricerca seria per stabilire i rischi per ambiente e popolazione.
Che rischi potrebbero nascere da questo “via libera a inquinare”?
Oggi i contaminanti non si trovano perché nessuno li cerca ma chi ci assicura che non si concentrino negli anni sul suolo e sulle pianti, magari anche nelle parti edibili che mangiamo? Il governo ha autorizzato l’uso ma non ha speso neppure una parola su analisi e monitoraggi anche delle granelle dei prodotti coltivati, o sulle piante.
C’è un convitato di pietra in questo dibattito, non crede?
I silenzi delle associazioni agricole fanno davvero riflettere. Perché Coldiretti, Cia, Confagricoltori non dicono nulla? Quando si scopre che gli agricoltori vengono pagati 300 euro per ettaro per spargere i fanghi viene il sospetto che gli convenga più fertilizzare che coltivare…