Era immaginabile. Nella prima giornata di un campionato spezzatino, tanto lungo da far perdere la pazienza anche al più accanito dei calciofili italiani, si fa la cronaca degli effetti di quella che abbiamo chiamato concorrenza all’incontrario tra la nuova arrivata Perform-Dazn e Sky (Mediaset è letteralmente scomparsa dai radar). Sui giornali oggi si raccontano i disagi (sabato non pochi hanno dovuto darsi per vinti per il down di di Sky go) e le soluzioni illegali, come i sistemi pirata per vedersi le partite.
Quello che passa sotto silenzio, sebbene sia molto più rumoroso degli altri effetti del moltiplicarsi degli abbonamenti necessari per vedere il campionato di serie A, è il disorientamento e l’arrabbiatura di gran parte dei clienti Sky e Premium.
In molti si sono sentiti defraudati e hanno scritto al Salvagente, in tantissimi hanno postato frasi irriferibili (ma non per questo meno condivisibili) su Sky, Dazn e Mediaset sui social. Difficlle fargli madar giù il fatto che non potessero vedere Lazio-Napoli seppure avessero rinnovato l’abbonamento a Sky (o continuassero a pagare) le stesse tariffe di quando potevano vedere tutti i match. Ancor meno facile spiegargli che, praticamente, Premium non serve più a nulla dopo che ha ceduto una larga parte dei suoi canali a Sky, e ha pagato per una risibile parte della programmazione calciofila.
Che il sistema adottato da Dazn, Sky e Mediaset Premium per spartirsi le partite del campionato di Serie A non convincesse, noi del Salvagente lo abbiamo scritto nel più completo silenzio dei media. E dell’Antitrust, pur chiamato subito in causa da Konsumer Italia. Fabrizio Premuti, dieci giorni fa aveva raccolto le scorrettezze presenti in ogni proposta di abbonamento. E il comportamento sospetto di chi, come Dazn, pur avendo tutti i diritti della Serie A si è riservato un numero di partite risibili, evitando di fare concorrenza a Sky, anzi preferendo partire con una settimana di ritardo negli abbonamenti, dando un vantaggio a quello che dovrebbe essere un competitor.
Ora che siamo al calcio di inizio, però, i problemi vengono al pettine. E così le assurdità di pacchetti “a sorpresa” in cui chi si abbona non sa che partite vedrà, e costose integrazioni (economiche e tecnologiche per usare in combinazione tanto Sky che Dazn e vedere più partite) agitano parecchi consumatori.
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C’è chi, come Rosario Trefiletti, presidente dell’Istituto studi sul Consumo, ha dichiarato che presenterà “istanza alla Antitrust per comportamento scorretto in pratiche commerciali, chiedendo un rapido intervento su una materia che coinvolge milioni di cittadini utenti e parecchi miliardi di euro in un mercato quale quello del calcio che non brilla certo per chiarezza e trasparenza”.
Commenta Trefiletti: “Quello che sta avvenendo in merito alle trasmissioni televisive sul calcio a pagamento ha dell’inverosimile. Non solo a causa di una Lega Calcio che pur di ottenere diritti e risorse sempre più ricche mette in campo, decisioni di spacchettamento nella visione delle partite delle squadre di serie A procurando seri problemi economici in tema di abbonamenti per gli sportivi e i tifosi della propria squadra, imponendo duplicità di abbonamento per la visione di quanto preferito ma anche altri problemi di carattere tecnologico, tutto per complicarne la visione”.
Osserva giustamente Rosario Trefiletti: “Tutto ciò è insopportabile e ci chiediamo dove erano le varie responsabilità di Governo a partire dal dipartimento Sport di Palazzo Chigi, dal Coni, dall’Agcom Autorità delle comunicazioni, per far sì che questa nefandezza non fosse attuata”.
Anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori pensa al ricordo all’Antitrust. La sua associazione definisce la situazione attuale “Il pasticcio delle partite di serie A: ti abboni ma non sai quali squadre di calcio vedrai giocare.
E fa notare: “Gli abbonati a Sky calcio, che lo scorso anno vedevano tutte le partite del campionato, ora nel pacchetto vedranno solo 7 partite su 10 di serie A. Peccato che non potranno sapere quali. Dipenderà dall’orario e dal giorno. Una situazione assurda: ti abboni, paghi e poi bisogna incrociare le dita sperando che la propria squadra giochi nel giorno e nell’orario giusto”.