“Il cervello dei bambini vale più di un pesticida” E il tribunale Usa bandisce il clorpirifos

CLORPIRIFOS

Che l’Epa, l’Ente di protezione ambientale statunitense, sia quantomeno disattenta rispetto alla salute dei cittadini e molto più rigorosa nel difendere gli interessi commerciali dell’agrofarma, è cosa nota e non solo in questo periodo di presidenza Trump. Le ultime dimostrazioni di tanta alacrità nel tutelare il business sono delle scorse ore, con la riammissione dell’amianto nell’edilizia statunitense, un sissignore al presidente che aveva definito il bando come un favore ai criminali e una boccata di ossigeno a una delle poche società che ancora producono amianto, la russa Uralasbest, che esporta amianto negli Stati Uniti.

Solo l’ultima testimonianza di un atteggiamento che l’Agenzia che dovrebbe proteggere i cittadini Usa e l’ambiente tiene da sempre sui pesticidi. E che, pezzo dopo pezzo, viene smontato regolarmente dai tribunali federali.

Giovedì è toccato alla Corte di appello di San Francisco ordinare all’Agenzia per la protezione ambientale di vietare il clorpirifos, un pesticida ampiamente utilizzato in agricoltura.
La sentenza 2-1 emessa su una causa intentata da gruppi di salute pubblica e da procuratori generali dello Stato ha ordinato all’agenzia “di revocare tutte le tolleranze e di cancellare tutte le registrazioni di clorpirifos entro 60 giorni”.
La preoccupazione che l’insetticida possa danneggiare il cervello e il sistema nervoso  dei bambini aveva già portato l’Epa a vietare l’uso domestico di clorpirifos nel 2000. Ma tante preoccupazioni non erano servite a negare lo stesso permesso in agricoltura, dove, dicono alcuni scienziati, si può usare in quantità sicure.

“L’Epa sta riesaminando la decisione”, ha spiegato ora il portavoce dell’Agenzia Michael Abboud in una dichiarazione di giovedì.
L’Epa dell’era Trump, infatti, nell’aprile 2017 aveva stabilito che un divieto più ampio della sostanza chimica non era giustificato, citando “l’incertezza” nella scienza che collega il clorpirifos agli “effetti sullo sviluppo neurologico”.

La sentenza di giovedì, ribalta quella decisione. E lo fa senza usare mezzi termini: “Se i mandati statutari del Congresso significano qualcosa, è giunto il momento di porre fine a questi brevetti”, si legge nel parere .
La battaglia, insomma, è aperta ufficialmente, almeno negli Stati Uniti. Non in Europa dove il Clirpirifos continua a essere utilizzato e non si vede all’orizzonte alcun magistrato che contesti l’immobilismo delle Autorità europee.

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