Ci sono allarmi e allarmi. Quando a parlare di effetti dannosi di alcune sostanze chimiche contenute negli alimenti sono gli ambientalisti, c’è chi pensa che si tratti di una visione esagerata. Quando a dare raccomandazioni molto pratiche – ma non per questo meno sconcertanti – è una delle associazioni di pediatri più importante del mondo, come l’American Academy of Pediatrics, non certo nota per fare del terrorismo alimentare, è proprio il caso di dire che dovremmo cercare di ascoltarla senza preconcetti.
ATTENTI A PLASTICA E INSACCATI
La notizia è di pochi giorni fa: le linee guida della maggiore associazione di pediatri degli Usa, con i suoi 67mila medici associati, invita le famiglie a limitare l’uso di contenitori di plastica per alimenti, a ridurre la carne lavorata (insaccati e salumi) durante la gravidanza e a consumare più frutta e verdura intera piuttosto che cibo trasformato. Tali misure, come riporta il New York Times, ridurrebbero l’esposizione dei bambini alle sostanze chimiche negli alimenti e negli imballaggi alimentari che sono legati a problemi di salute come l’obesità.
I pediatri nordamericani puntano il dito sugli interferenti endocrini e chiedono test più rigorosi e la regolamentazione di migliaia di sostanze chimiche usate come additivi alimentari o aggiunte indirettamente agli alimenti quando vengono utilizzate nella produzione di imballaggi e materie plastiche.
I SEI NEMICI TERRIBILI
Tra le sostanze chimiche “preoccupanti”, ancora una volta nitrati e i nitriti, usati come conservanti nei prodotti a base di carne (oltre che per lasciare a carni e insaccati quel colore roseo che siamo abituati a vedere); ftalati, utilizzati per confezioni di plastica; e bisfenoli, usati nel rivestimento di lattine di metallo per prodotti alimentari in scatola. Altrettanto preoccupanti per i pediatri sono le sostanze perfluoroalchiliche, o PFC, utilizzate in carta e imballaggi resistenti al grasso, e perclorati, agenti degli imballaggi di plastica.
“La buona notizia è che ci sono passi sicuri e semplici che le persone possono prendere al momento per limitare le esposizioni, senza dover svaligiare una banca per sostenerli”, ha detto il Dr. Leonardo Trasande al New York Times, l’autore principale delle raccomandazioni e capo della divisione di pediatria ambientale presso la School of Medicine della New York University.
“Evitare il cibo in scatola è un ottimo modo per ridurre l’esposizione al bisfenolo in generale, ed evitare cibi confezionati e lavorati è un buon modo per evitare l’esposizione di ftalati”, ha detto Dr Trasande. Ha anche suggerito di avvolgere gli alimenti in carta oleata al posto dell’involucro di plastica.
“Poiché gli ormoni agiscono a basse concentrazioni nel sangue, non sorprende che anche esposizioni a basso livello agli interferenti endocrini possano contribuire alla malattia”, ha spiegato al giornale statunitense Laura N. Vandenberg, assistente professore nel dipartimento di scienze della salute ambientale presso l’Università di Scuola di salute pubblica del Massachusetts-Amherst, parlando a nome della Endocrine Society.
LE RACCOMANDAZIONI DEI PEDIATRI
Il gruppo di pediatri suggerisce che i medici raccomandino alle famiglie di adottare alcune misure per ridurre l’esposizione chimica ai bambini:
- Preferire il consumo di o frutta e verdura surgelata quando possibile.
- Evitare le carni lavorate, specialmente durante la gravidanza.
- Evitare di riscaldare al microonde cibi o bevande – compresi latte artificiale e latte materno – in contenitori di plastica e non mettere contenitori per alimenti in plastica nella lavastoviglie. Utilizzare alternative alla plastica, come vetro o acciaio inossidabile, quando possibile.
- Controllare il codice di riciclaggio sul fondo dei prodotti ed evitare la plastica con i codici di riciclaggio 3, 6 e 7, che possono contenere ftalati, stirene e bisfenoli, a meno che non siano etichettati “biobased” o “greenware”, e che sia garantito che sono fatti con mais e non contengono bisfenoli.
- Lavarsi le mani prima di maneggiare cibo e bevande e lavare tutti i frutti e le verdure che non sono sbucciati.
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