Olio Italico, anche i marchi industriali dicono no: “Confonde il consumatore”

ACIDO OLEICO

“L’Italico? Una proposta che non aiuta il consumatore e che divide il settore oleario”. Assitol-Confindustria, l’Associazione dell’industria olearia che raccoglie i grandi marchi boccia la proposta presentata nell’accordo Federolio-Coldiretti, che punta introdurre un nuovo segmento di mercato, l’Italico, un blend (miscela) ottenuto con solo il 50% di extravergine italiano e il restante con oli comunitari o extracomunitari. “Un inganno per i consumatori” l’ha definita la Cno che ha lanciato una petizione on line contro il progetto di Italico. Sul fronte del “No” si sono schierati anche Unasco e l’associazione dei consumatori Konsumer presieduta da Fabrizio Premuti.

“Un vantaggio per i paesi concorrenti”

Ora anche i grandi marchi industriali (come quelli di proprietà della “spagnola” Deoleo, Carapelli e Bertolli) attraverso l’associazione di categoria esprimono le loro perplessità: “Siamo sostenitori del blending, che è un asset importante dell’industria olearia – spiega in una nota Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol –, ma la proposta dell’Italico, così com’è stata disegnata e proposta, suscita molte perplessità nella filiera e rischia di mandare ancora più in confusione il consumatore”.  Un progetto di cui “non si sentiva davvero il bisogno”e che sarò “un nuovo motivo di frammentazione del mondo oleario, già fortemente diviso. Una frammentazione che avvantaggerà, ancora una volta, i paesi nostri concorrenti, che al loro interno possono contare su un fronte olivicolo-oleario compatto e su una strategia comune”.

Una guerra commerciale tra il blend Italico e la miscela di oli comunitari

Ma perché dopo aver sostenuto per anni la primazia (fondata) dell’extravergine made in Italy Coldiretti e i principali marchi italiani riuniti in Federolio (Monini, Farchioni, Pantaleo solo per fare qualche nome) vogliono giocare con l’italian sounding, per anni giustamente combattuta? È in corso una guerra commerciale per conquistare spazio tra gli scaffali del supermercato.

Oggi a farla da padrona è la miscela di oli comunitari (e non). Il 100% Italiano e il bio rappresentano un 10% delle vendite. Il 100% Italiano perchè non vende di più? Certo non perché è meno buono: perché è più caro. Da qui il tentativo segmentare il mercato introducendo l’Italico nel tentativo (così sperano i promotori) di rubare posizioni al blend di oli comunitari. Il rischio vero? “È che limiti ancora di più lo spazio del 100% Italiano e che ‘sporchi’ il made in Italy all’estero”, ci spiega un broker. “La miscela comunitaria oggi sta a scaffale (considerando le offerte) a 3 euro. L’Italico con l’accordo di filiera Coldiretti-Federolio starà intorno ai 5,50. Il 100% Italiano oggi è intorno a 7 euro. È chiaro chi oggi si può permettere un 100% Italiano guarderà, almeno con curiosità, all’Italico non certo a quello di fascia più bassa”.