Riso, da oggi l’indicazione del paese di origine è obbligatoria in etichetta

ETICHETTA

Dall’India o dal Pakistan? Italiano o cinese? Da oggi non avremo più dubbi: in etichetta dovrà essere indicato il paese di origine del riso. E proprio al riso, alla qualità del basmati che portiamo in tavola e alle novità in fatto di etichettatura è dedicato il numero de Il Salvagente in edicola e in digitale.

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Solo sulle nuove scatole

Oggi – 12 febbraio – dunque diventa obbligatorio indicare sulle confezioni l’origine del riso mentre il prossimo primo settembre quando entrerà in vigore la nuova legge di settore che, oltre a prendere il posto della vecchia normativa del 1958, contribuirà a far chiarezza sulle varietà impiegate nei sacchetti e sull’uso della dicitura “Classico” a garanzia del made in Italy.
Per capire l’impatto di queste norme abbiamo parlato con Enrico Losi, responsabile Area mercati dell’Ente nazionale risi: “Innanzitutto su tutto il riso inscatolato dopo il 12 febbraio diventa obbligatorio riportare l’indicazione di origine della materia prima. Secondo le nostre stime almeno la metà del riso raccolto nel 2017 in Italia dovrà sottostare ai nuovi obblighi di etichettatura”. Il decreto interministeriale firmato dai ministri delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 agosto scorso, prevede l’indicazione di origine obbligatoria per la pasta/grano e per il riso che entra in vigore 180 giorni dopo. Per quest’ultimo l’etichetta dovrà riportare il “Paese di coltivazione del riso” quello di “lavorazione” e di “confezionamento”.

Le nuove indicazioni in etichetta

Sulle confezioni di riso inscatolato in Italia dopo il 12 febbraio (quelle prodotte prima potranno essere vendute fino all’esaurimento scorte) dovrà essere riportato:

a) “Paese di coltivazione del riso”;
b) “Paese di lavorazione”;
c) “Paese di confezionamento”.

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Se le tre fasi avvengono nello stesso paese, ad esempio in Italia, è possibile utilizzare la dicitura “Origine del riso: Italia”.
Se le tre fasi avvengono nel territorio di più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: “Origine del riso: Paesi UE”, “Paesi NON UE” e “Paesi UE E NON UE”.

In settimana tocca anche alla pasta

Tra poche ore toccherà anche alla pasta. Sulle confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

a) Paese di coltivazione del grano: nome del paese nel quale il grano viene coltivato;
b) Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.