“Inganna i consumatori”, Federalimentare (ancora) contro l’etichetta a semaforo

“Semafori (veri o mascherati) e bollini blu sullo scaffale del punto vendita, non sono altro che una forma di comunicazione ingannevole che colpisce prima di tutto il cittadino”. Ne è convinto Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, che trova “irresponsabile la tendenza di alcune catene di distribuzione e aziende multinazionali che stanno scegliendo in totale autonomia, secondo regole non condivise, sistemi di valutazione dei prodotti alimentari basati non su evidenze scientifiche, ma sulla demonizzazione di un alimento o di un altro”.

L’etichetta a semaforo

L’etichetta a semaforo è il sistema che assegna un colore rosso, giallo o verde ai grassi, zuccheri, sale contenuti in  100 grammi o ml di prodotto alimentare. Una scorciatoia – adottata in Inghilterra, in sperimentazione in Francia e che piace tanto alle sei sorelle del Big food –  che però non aiuta i consumatori in quanto non considera l’apporto specifico dell’alimento nel suo complesso, nè il peso complessivo dei nutrienti nella dieta giornaliera. Il semaforo sta, adesso, arrivando anche in Italia, nascosto, anzi camuffato da sconcertanti “bollini blu” sugli scaffali, indicando al consumatore, ormai disorientato, quali cibi dovrebbe preferire. Ed è questa tendenza che Scordamaglia trova sconcertante:  “Non è un segreto – spiega – che valutare un cibo per la presenza o meno di un singolo ingrediente e non nella sua interezza o nell’ambito dell’intero regime alimentare di un individuo porta a valutazioni fallaci e dannose. Basti pensare al Parmigiano Reggiano, eccellenza del Made in Italy e riconosciuto come alimento prezioso nella dieta quotidiana, che se valutato secondo questi strumenti perderebbe un’ipotetica “sfida di salubrità” contro, ad esempio, una qualsiasi bibita edulcorata”.

I cibi che sarebbero vietati

L’etichetta a semaforo, infatti, penalizzerebbe molte eccellenze del made in Italy mentre altri cibi spazzatura godrebbero di un lasciapassare. L’olio extravergine di oliva, ad esempio, siccome è fatto di soli lipidi verrebbe bocciato. Stessa sorte per la mozzarella di bufala campana che è naturalmente pieni “grassi” tanto da meritarsi il disco rosso. E il prosciutto di Parma? Idem. Paradossalemnte, ma neanche tanto, la Coca-Cola Light che ha sostituito lo zucchero con gli edulcoranti quindi ha meno calorie e allora disco verde.

Ogni persona ha una reazione ai cibi

“Ma non dobbiamo affidarci solo al buon senso” aggiunge il presidente: è recentemente uscito lo studio di uno fra i più autorevoli centri di ricerca del mondo, il Weizmann Institute di Rehovot, secondo i cui ricercatori “ogni persona tende ad avere una reazione individuale ai cibi consumati”. Conclude quindi Scordamaglia “Se ognuno reagisce a suo modo al cibo, perché ancorarsi a modelli del passato validi per tutti e utili a nessuno? Serve un impegno comune per salvaguardare il consumatore nell’atto di scelta fermando il dilagare di metodi tutti diversi che, invece di indirizzare il cittadino verso un acquisto consapevole, lo confondono e lo traggono in inganno”.