Le ragioni per inserire il finocchio nelle nostre diete

FINOCCHIO

Il finocchio è una verdura davvero molto apprezzata per le sue proprietà depurative e drenanti, ma non solo. Tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Il Foeniculum vulgare, anche conosciuto da tutti con il più semplice nome di finocchio, è una pianta appartenente alla famiglia delle Apiacee (anche chiamate ombrellifere).

Si tratta di un vegetale con una storia millenaria, le cui preziose caratteristiche sono ben note fin dalla notte dei tempi, seppure la sua coltivazione sia iniziata solo intorno al XVI secolo.

Il vegetale, che presenta un bassissimo apporto calorico, è uno dei prodotti della natura più adatti per uno stile alimentare sano.

Che cos’è il finocchio in botanica

Il vegetale di origine mediterranea si sviluppa a partire da un arbusto spontaneo e perenne, con un fusto ramificato che può raggiungere la considerevole altezza di due metri. Il nome “foeniculum” è legato al fatto che le sue foglie sono piuttosto simili al fieno, sono di colore verde e nel corso della bella stagione presentano dei piccoli fiori gialli. A partire dai fiori si sviluppano poi i suoi frutti (gli acheni, spesso definiti in modo improprio “semi”), che diventano di color grigiastro con il passare del tempo.

La pianta selvatica viene utilizzata in vari modi quasi nella sua interezza (i fiori, i frutti, i germogli e le foglie). Diverso invece è il discorso per la pianta coltivata (o dolce), un vegetale biennale o annuale con radice a fittone (dalla forma di un grosso cono): in questo secondo caso la parte che di norma si consuma è la guaina bianca presente alla base.

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Il grumolo

Il finocchio è particolarmente apprezzato per il grumolo, una struttura compatta costituita dalle sue foglie anche chiamato turione (in sostanza è il germoglio, un elemento che può essere trovato anche negli asparagi, per esempio).

Le guaine fogliari che formano questa parte della pianta sono molto carnose, di colore biancastro, pressate le une alle altre intorno al fusto di forma conica che si inserisce nel terreno. La colorazione di questa parte della pianta dipende dal processo della rincalzatura, una modalità di coltivazione che permette di proteggere una pianta dall’imminente abbassamento delle temperature in inverno e dall’inverdimento dei tuberi. La rincalzatura, che consiste nel riportare la terra dall’interfila alla base delle piante, si effettua con una certa regolarità nel corso della crescita del vegetale o, in alternativa, almeno due settimane prima che avvenga la raccolta.

Non c’è una regola precisa rispetto alle tempistiche di raccolta dei grumoli: la scelta dipende in questo caso da ogni singolo produttore e dalle zone dove la pianta cresce. Per il resto, la pianta è di per sé molto adattabile e cresce bene nei terreni che presentano un buon mix di lino, argilla e sabbia e di sostanze organiche.

Per farla crescere, i coltivatori posizionano le piantine a circa 25 centimetri di distanza le une dalle altre, raccogliendo il frutto del loro lavoro (ovvero: il grumolo) circa 90 giorni dopo la semina. Particolarmente rigogliosa alle latitudini mediterranee, la pianta necessita di essere irrigata in modo abbondante e con una certa frequenza.

Per quanto riguarda il finocchio selvatico, invece, la raccolta viene effettuata nel nostro paese non appena il fiore si schiude (di solito fra metà agosto e metà settembre). Il fiore può essere utilizzato fresco, oppure può essere lasciato essiccare, avendo però l’accortezza di non lasciarlo a diretto contatto con i raggi Uv del sole, che sono purtroppo in grado di far evaporare gli oli essenziali ricchi di proprietà presenti al suo interno.

I suoi frutti allungati, anche chiamati diacheni, potranno essere raccolti con l’arrivo dell’autunno, quando il fiore si sarà completamente sviluppato diventando così frutto. Più lungo invece è il lasso di tempo nel corso del quale si potranno raccogliere le foglie (o “barbe”) e i suoi germogli, maturi dalla primavera fino all’autunno inoltrato.

Le sue caratteristiche

L’alimento, gustoso e versatile, è per l’appunto disponibile in natura in queste due distinte versioni, ognuna con delle specifiche caratteristiche: il finocchio classico vanta un’apprezzata croccantezza e un sapore dolce e delicato, mentre la sua versione selvatica (di cui si utilizzano soprattutto i semi) è altrettanto dolce ma allo stesso tempo abbastanza pungente, ricordando da un certo punto di vista le caratteristiche organolettiche dell’anice.

Da consumarsi previa cottura o al naturale, il vegetale è noto in modo particolare per essere saziante e utile per favorire la digestione. Ecco, a proposito, tutte le sue proprietà più preziose.

Le proprietà benefiche

Come la maggior parte dei prodotti di origine vegetale, anche questa verdura possiede caratteristiche che lo rendono un importante alleato per la nostra salute.

Alla luce dell’elevata quantità d’acqua al suo interno, è noto soprattutto per le sue proprietà depurative e drenanti. Si tratta ad ogni modo di un alimento per il quale sono state ampiamente confermati anche gli effetti antiossidanti, antinfiammatori, sazianti e anticancerogeni.

Sembra inoltre che consumare con una certa regolarità il vegetale contrasti l’invecchiamento e protegga il cuore e il sistema cardiocircolatorio più in generale.

La croccantezza tipica del prodotto è inoltre legata all’alto contenuto di fibre, che com’è noto aiutano a mantenere la regolarità della funzione intestinale, contrastando così la stipsi e altri disturbi legati all’ultimo tratto dell’apparato digerente.

I valori nutrizionali

I finocchi sono notoriamente annoverati fra gli alimenti con il minor apporto calorico in assoluto, il che li rende un importante alleato per qualunque dieta ipocalorica. A 100 grammi di prodotto corrispondono infatti appena 9 Kcal: ecco per il resto tutti gli altri suoi valori nutrizionali indicati più nel dettaglio (per ogni etto).

  • Proteine: 1,2 g
  • Grassi: 0 g
  • Carboidrati: 1 g
  • Zuccheri 1 g
  • Fibre: 2,2 g
  • Acqua: 90,21 g

Molto importante, per il resto, è il quantitativo di vitamine e di sali minerali ivi presenti. Per 100 g di finocchi sarà infatti possibile assumere:

  • 5 mg di vitamina C
  • 12 g di miacina (o vitamina B3, fondamentale per la respirazione cellulare)
  • 0,047 g di vitamina B6
  • 0,58 g di vitamina E
  • 414 mg di potassio
  • 52 mg di sodio
  • 49 mg di calcio
  • 17 mg di magnesio

Considerevole, inoltre, è la presenza di flavonoidi, sostanze alle quali va dato il merito delle proprietà antiossidanti e anticancerogene del finocchio, in modo particolare. I numerosi oli essenziali presenti al suo interno, in aggiunta, sono gli elementi responsabili del suo sapore tipico.

Esistono controindicazioni rispetto al suo consumo?

Almeno per il momento la comunità scientifica non ha ancora segnalato la possibilità di sviluppare disturbi di sorta per il consumo di finocchi, né tantomeno eventuali effetti collaterali legati all’interazione fra la verdura e altri farmaci o sostanze.

L’unico reale rischio, così come per qualunque altro alimento, potrebbe essere legato a possibili allergie che alcuni pazienti potrebbero manifestare dopo aver consumato l’alimento.

In generale, come sempre, è consigliabile chiedere consiglio al proprio medico e/o nutrizionista di fiducia rispetto al consumo del vegetale, in modo da non rischiare di incappare in brutte sorprese.

L’utilizzo in fitoterapia

Alcune delle parti dei finocchi sono molto utilizzate nella medicina naturale per curare e prevenire certi disturbi, nonostante non esistano ancora prove scientifiche definitive che dimostrino la loro reale efficacia.

In fitoterapia, tendenzialmente, vengono utilizzati i semi dei finocchi, spremuti per ottenerne degli oli essenziali, e i suoi frutti secchi. L’uso che se ne fa solitamente è di tipo carminativo, ciò significa che il vegetale viene utilizzato per alleviare il gonfiore di stomaco per eliminare i gas intestinali, contribuendo così a risolvere i problemi di aerofagia.

Un altro utilizzo che se ne fa di norma è legato alle donne in gravidanza: si dice infatti che il suo consumo abbia proprietà galattofore, cioè contribuisca all’aumento della produzione di latte materno.

Uno dei suoi oli essenziali più importanti, l’anetolo, potrebbe inoltre avere effetti antibatterici, antimicotici e antivirali, oltre ovviamente a determinarne il suo sapore pungente.

L’uso che se ne fa più spesso è all’interno di infusi a base dei frutti secchi, ma i prodotti a base di finocchio sono disponibili sul mercato (nei punti vendita come le erboristerie, ma anche online) in formato di olio essenziale e di tintura madre, da diluire in acqua.

Le ricette più conosciute a base di finocchi

La verdura può essere consumata tanto da cruda come da cotta, e sarà in entrambi i casi molto gustosa.

Tipicamente, il prodotto viene inserito all’interno di ricche insalate, senza dover essere necessariamente sottoposto a cottura: in questo caso basterà

pulirlo eliminando i gambi e tutte le parti esterne più fibrose e rovinate, per poi tagliarlo in modo sottile con l’aiuto di una mandolina condendolo con olio, sale e pepe a piacere.

Molto apprezzata è inoltre la preparazione dei finocchi gratinati: in questo caso, dopo aver tagliato i finocchi a fette piuttosto sottili basterà cospargerli con un mix di pangrattato, formaggio e spezie varie a piacere, facendo cuocere il tutto in un forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti o fino al raggiungimento del livello di doratura desiderato.