Le analisi francesi: pasta e cereali con tracce di glifosato

Cereali, legumi e corn flackes al glifosato. La ong francese Générations futures ha portato in laboratorio 30 alimenti alla ricerca del discusso pesticida Monsanto: 16 su 30 sono risultati positivi. E tra questi appaiono molti cibi di uso quotidiano e non mancano marchi conosciuti anche nel nostro paese, come la pasta Garofalo. I livelli più alti di glifosato sono stati trovati nei cereali (muesli svizzera Alpen, Weetabix Original Muesli croccante Jordan Paese, Kellogg, Muesli tostato grano avena mela Jordans, All Bran fibra Fruit’n Kellogg), ma anche nelle lenticchie (Vivien Paille e Blonde Lenticchie Leader Price) e nei ceci (St Eloi e Leader Price) in alcuni casi in concentrazioni vicine ai 2 mg. “Puliti”, invece, sono risultati tra gli altri i campioni di pasta De Cecco e Barilla integrale.  (continua dopo l’immagine)

L’associazione è da tempo che cerca di scuotere l’opinione pubblica mostrando quanto sia necessario non rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato per altri 10 anni. Prima degli alimenti, la ong aveva portato in laboratorio alcuni campioni di urine e anche in quel caso non erano mancate le positività.

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A maggio dello scorso anno il Salvagente ha condotto le prime analisi italiane per scoprire il livello di contaminazione in corn flakes, farine, biscotti, fette biscottate e pasta. Il risultato? Una roulette russa in cui né le aziende né i consumatori possono stare tranquilli. Per una stessa marca, infatti, sono stati trovati lotti in cui è stato rintracciato l’erbicida accanto a lotti che non lo contenevano. I residui, sempre inferiori ai limiti di legge, testimoniano una contaminazione diffusa, quasi ubiquitaria.

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Discorso diverso e ben più allarmante sull’acqua che beviamo tutti i giorni. Il Test-Salvagente ha analizzato 26 campioni provenienti da diverse città italiane e in due casi l’Ampa, un derivato del glifosato che con l’erbicida condivide la tossicità e gli effetti a lungo termine sulla salute umana, è risultato superiore ai limiti di legge. Nessuna Regione italiana – denuncia il mensile dei consumatori – analizza la presenza di glifosato e del suo metabolita Ampa nelle acque potabili, nonostante le raccomandazioni comunitarie.