Obesità, scoperti conservanti alimentari che influiscono sull’ormone della sazietà

I conservanti alimentari utilizzati in cereali per la colazione e frutti di mare possono interferire con i livelli di ormone che controllano il peso e la sensazione di sazietà, come dimostra uno studio sui livelli di obesità in Europa. I dettagli del lavoro,  riportati da FoodNavigator, sono stati pubblicati su Nature Communications, e si concentrano su come due conservanti alimentari insieme a un polimero che si trova nelle pentole, disturbino un trio di ormoni che svolge un ruolo nel controllo dell’appetito. Secondo il test, il sistema ormonale difettoso potrebbe influenzare una madre incinta e il suo feto. Secondo Clive Svendsen, direttore di Medicina Rigenerativa dell’Istituto al Cedars-Sinai Medical Center, “Si tratta di uno studio fondamentale che migliora in modo sostanziale la nostra comprensione di come i perturbatori endocrini possano nuocere al sistema ormonale dell’uomo e contribuire all’epidemia di obesità”.

Soprattutto nei feti

Nello specifico, il Tributilstagno (TBT) e il Butilidrossitoluene (BHT) entrando in contatto con l’acido perfluoroottanoico (PFOA), un polimero trovato in pentole, moquette e altri prodotti, sono in grado di alterare l’ormone naturale peptide YY (PYY), l’ormone stimolante α-melanocita (α-MSH), nonché il pedtide Cart (trascritto regolato da cocaina e anfetamina). “Abbiamo scoperto che ciascuna di questi ormoni danneggiati comunicano tra l’intestino e il cervello”, ha detto il dottor Sareen, “Quando le abbiamo testate insieme, lo stress combinato è stato più robusto”. Questo tipo di effetto è più probabile nelle giovani cellule in formazione, e quindi nei feti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la stima del numero di neonati e bambini in sovrappeso nell’area europea è aumentata costantemente nel periodo 1990-2008.