“Ho visto richieste di affitto accettate senza che io facessi nemmeno un click sulla tastiera, pagamenti e transazioni che andavano a buon fine di cui io non sapevo nulla. E infatti non ero io a fare queste operazioni”. Ce la racconta così la sua strana vicenda il nostro lettore Alessandro, vittima di un hackeraggio del suo profilo Airbnb.
Sulla sua pagina sono stati fatti alcuni movimenti di cui lui si è accorto attraverso le notifiche che manda il portale, dalla richiesta di prenotazione dell’appartamento in affitto sul sito alla sua conferma, fino al perfezionamento del pagamento. Movimenti che non riusciva né a capire né a bloccare.
“Quando me ne sono accorto – ci dice Alessandro – ho subito segnalato la vicenda alla sede italiana del portale, ma senza ottenere nulla. Così ho pensato di rivolgermi anche alla sede americana. Ma prima ancora di ricevere una risposta, sono riuscito a rientrare per un attimo nel mio profilo e ho quindi provveduto immediatamente a cancellarlo“.
La soluzione al problema, dunque, l’ha trovata il diretto interessato, eliminando profilo e annuncio sulla famosa piattaforma di affitti brevi. Ma il caso resta aperto. “Non capisco come possa essere successo. – conclude il nostro lettore – Io non ho accettato alcuna richiesta di affitto, e il denaro che ‘ho visto’ transitare sul mio conto collegato ad Airbnb non è di certo finito in tasca mia”.
E la preoccupazione di qualche responsabilità o conseguenza legale resta.
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Occhi sempre aperti contro le truffe
Le prenotazioni on line hanno riservato un altro brutto scherzo ad alcuni consumatori francesi. Il mensile 60millions de consommateurs racconta infatti dell’inganno in cui sono caduti alcuni vacanzieri che hanno perduto da centinaia a migliaia di euro rispondendo a degli annunci di affitti turistici presenti su Airbnb, risultati poi fasulli.
15 giorni ad agosto in una fantastica villa, 7 stanze, in Toscana per 3.305 euro: questa la prenotazione di una famiglia francese. Peccato che la villa non esista, e il denaro versato abbia già preso il volo quando ci si rende conto della truffa.
A questa segnalazione, in breve se ne aggiungono altre simili per appartamenti in Italia e Spagna. In tutti i casi è stato appurato che le prenotazioni avvenivano su un falso sito Airbnb, verso cui degli abili truffatori informatici erano riusciti a dirottare chi navigava tra le pagine di quello ufficiale.
I controlli? Praticamente inesistenti
Il sistema di Airbnb che dovrebbe assicurare il filtro di numeri di telefono, email e altre informazioni personali “è lontano dall’essere infallibile”, ha commentato la redazione del mensile francese.
Un problema di cui anche il Salvagente si è occupato qualche tempo fa, prendendo spunto dalla denuncia dell’associazione spagnola Facua contro Airbnb. Il portale, infatti, spesso al centro di vicende legate a falsi annunci, se ne lava le mani sostenendo che solo chi pubblica è responsabile di ciò che scrive.